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La voce di Draghi, i gesti di Grasso.

E stata una sensazione simile a quella di bere finalmente acqua fresca e pulita a una fontana dopo essersi dovuti dissetare troppo a lungo con aqua di fosso o chiusa troppo a lungo in vecchie bottiglie di plastica.

Due piccole cose mi hanno colpito e lasciato questo senso di pulizia e positività in questo semplice video.

  1. La voce di Mario Draghi, gioiosa e squillante, quanto seria e determinata. Perfettamente bilanciata e ritmata tra attimi di entusiasmo e pause di gravità, che mai cede alla sfiducia. Parole precise, ma sempre chiare. Mai una inflessione o un pensiero fuori luogo. “Le sfide che ci confrontano” fanno meno paura quando chi parla parla di (e incarna) “risposte all’altezza della situazione“. Dopo mesi passati a subire gli annunci affettati di Conte e i panegirici melliflui di Arcuri e come se qualcuno avesse aperto una finestra e un’aria fresca, primaverile, occupasse velocemente una stanza da troppo chiusa e si tornasse a respirare dopo un tempo immemore l’aria che s dovrebbe respirare sempre.
  2. A fare da contraltare a questa voce in primo piano un siparietto di gesti, quelli di Giovanni Grasso, il Capo Ufficio Stampa del Quirinale e dei sul assistente alto come un corazziere e piacevolmente incurante come un consumato cameriere di Piazza San Marco a Venezia. I microfoni di Draghi vanno alzati verso l’altro un pochino. Grasso parla rivolgendosi fuori inquadratura alla sua destra, presumibilmente con un tecnico del suono: si capiscono senza parole e quando gira il capo verso il suo assistente in frac color Savoia, fuori inquadratura dal lato opposto, anche lui ha già capito. Grasso traccia con le dita un percorso e noi vediamo una luce fosforescente segnare la via e sentiamo parole impossibili: “gli giri attorno, non lo copri, lo alzi (il microfono) e te ne vai da dove sei venuto!” E un istante dopo lo scudiero fa esattamente cosi, come l’avessero provata mille volte.

Due incarnazioni di qualità e professionalità che, per una volta, senza i laccioli dei sotterfugi e dei sottintesi della politica danno mostra di sé.

Chiudete gli occhi e ascoltatele messe in fila queste tre voci. Basta un suono a identificare senza ombra di dubbio la persona. Ma anche a rivelarla. Quante cose descrivono e raccontano…

Non c’è bisogno di altre parole. Non c’è bisogno, in effetti, nemmeno delle loro parole. Potrebbero essere parole qualunque,. Si dice lo sguardo non mente, ma la voce mente ancor meno. Ha una potenza narrativa e rivelatrice enorme.

Si parla molto dell’era della voce del web, con podcast,. news, audiolibri, Clubhouse e mille formati baricentrati sull’esperienza vocale,. Una nuova età della Radio, se vogliamo, nei nuovi anni ’20 di questo secolo. Ecco, oggi forse ci avviamo a cambiare governo, di sicuro abbiamo cambiato voce. E a servi e portavoce resta la porta. Speriamo di sentire a lungo queste note nuove.

Concretezza che si conferma al primo Consiglio dei Ministri, cove Draghi detta la linea sulla comunicazione.

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