La sapete quella del tedesco, del francese e del belga…

…che propongono di mettere una tassa ai commenti sui blog?

In nome di una non meglio specificata “fair competition” per i “media professionals” pare che il Parlamento europeo stia vagliando un’ipotesi di tassa/premio sugli user generated content utilizzati commercialmente da media e aziende.

Per come leggo questa proposta e per alcuni estratti riportati da Luca a malapena raggiunge lo status di barzelletta. Per i seguenti motivi:

– Determinare il “valore commerciale” degli user generated content è un’impresa che qualunque “media professional” (IMHO) definirebbe ardua, assurda e insensata.

– Tenere traccia dell’effettivo utilizzo (nonchè del loro effetto/valore) dei contenuti generati dalle persone (foto, video, testi, commenti, voti, link etc) è come voler tener traccia di ogni parola pronunciata dalle persone per quantificarla/tassarla.

– La “fair competition” nei media si ottiene, sempre secondo il mio modesto parere, producendo i contenuti migliori nel rispetto della legge (copyright, libertà di cronaca e d’espressione) e non dando un prezzo alle opinioni della massa. Se qualcuno vuole commentare il mio post può farlo o non farlo, in base a quale titolo si può addebitarmi un dovere economico nei suoi confronti non mi è chiaro…

– Costituire un sistema di debito per cui i media mainstream devono denaro parcellizzato a chiunque commenti i loro articoli, mi sembra più un colpo di grazia che una strategia per il futuro.

– Il problema non sussiste, nel senso che la attuale restrittiva legge sul diritto d’autore già tutela gli user generated content, casomai è un problema di applicabilità della legge, figuriamoci l’applicabilità di un balzello a carico dei media sui post.

– La necessità di chiarificare, riguardo ai blog, the status of their authors and publishers, including their legal status, [that] is neither determined nor made clear to the readers of the weblogs, causing uncertainties regarding impartiality, reliability, source protection, applicability of ethical codes and the assignment of liability in the event of lawsuits, è anch’essa tecnicamente errata (si può risalire praticamente a tutto) e praticamente ridicola dal momento che il gioco non vale la candela: implementare un meccanismo di registrazioni assurdo e impraticabile (domani apro un blog con un provider cinese e ridiamo..) per prendere più facilmente un diffamatore è sintomatico di disorientamento più che di visione giuridica.

– Limitare ripetutamente il problema ai “blog” dimostra una conoscenza superficiale e qualunquistica della rete, dal momento che la maggior parte delle conversazioni online e degli user generated content avvengono in forum e social networks, mentre i blog rappresentano una punta di visibilità, ma non certo la massa critica.

Quello che Luca forse tralascia un po’, leggendo la mozione, è una positiva volontà di tutelare il pluralismo mediatico che si evince da alcuni passaggi. Peccato che questa volontà si manifesti con una serie di proposte inadatte e inapplicabili e che tradisca in più punti una volontà lobbystica di tutelare un oligopolio mediatico (dove sta scritto che i media devono godere di tutele pubbliche? Non eravamo in un libero mercato?) senza riscontri di legge per fare ciò e senza individuare soluzioni applicabili e concrete.

L’offerta pare sostanziarsi così: registrati e ti diamo due lire se citiamo il tuo post. Oppure resta anonimo e sei un clandestino del web.

Non sarebbe stato molto meglio spendere i soldi pubblici in una sana riforma della legislazione europea sul diritto d’autore che da 10 anni almeno si dimostra inapplicabile e, di conseguenza, inattuale e quella sì che crea dei bei problemi?

L’unica cosa interessante che mi è capitato di leggere nella mozione è the need to increase media literacy in the EU, cioè la necessità di accrescere l’albaetizzazione della EU su Internet. Comincerei con un bel crash course al parlamento europeo, che dite?

2 pensieri su “La sapete quella del tedesco, del francese e del belga…

  1. baldo

    è una stupidata. Il bello della blogsfera è che è cresciuta per conto suo, autoregolandosi, e diventando un qualcosa di strutturato per step successivi. E non è ancora finita. Ma tassare i blog perchè sono diventati una realtà importante (come numeri), mentre fino a ieri (e anche oggi) non c’era un politico che ne sapesse mezza, è una stupidata

  2. giorgio

    Una volta annusato l’affare il marpione ci prova?
    Oppure…i blog danno fastidio poichè liberi…ammanettiamoli un pò con leggi, leggine e spese varie.
    La blogosfera è certo cresciuta come un far-west, ma siamo tutti dotati di cervello e credo in grado di usufruire del meglio; chi ama il peggio lo troverebbe anche attraverso altri percorsi.
    Un saluto, Giorgio.

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