Archivio mensile:ottobre 2009

Ospite al World Business Forum di Milano

Grazie a Augusta e a HSM domani sarò ospite a uno degli eventi più rilevanti e esclusivi a livello mondiale: il World Business Forum, in edizione milanese. Sia come gentilezza nei confronti dell’organizzazione sia come spirito di servizio verso la comunità web io e altri blogger presenti condivideremo alcuni racconti, foto, video, stimoli, idee attraverso twitter, facebook e i nostri blog. Per l’occasione è stato coniato un “tag” ufficiale, una parola d’ordine che renderà facile reperire e riordinare i contributi:

#wbfmi

Trovetete quindi i contributi seguendo Twitter e FriendFeed e facebook

Oltre all’intervento di Bill Clinton, che sarà a porte chiuse 😦 ecco chi cercherò di seguire aggiornandovi sui social network di cui sopra e su questo blog:

GARY HAMEL UNO DEI MASSIMI ESPERTI MONDIALI DI BUSINESS STRATEGY

LYN HEWARD DEL CIRQUE DU SOLEIL CHE PARLERA’  DI GESTIONE DEI TALENTI

RAJENDRA PACHAURI DELL’INTERGOVERNMENTAL PANEL ON CLIMATE CHANGE

RODRIGO DE RATO EX DIRETTORE GENERSALE DEL FONDO MONETARIO INTERNAZIONALE

ANDREAS WEIGEND EX CHIEF SCIENTIST DI AMAZON CHE PARLERA’ DI MARKETING E WEB 2.0

Per l’occasione HSM ha creato una pagina che “pescherà” in automatico i contributi postati dagli ospiti: la trovate QUI.

Per certo so che saranno con me: Wolly, Marco Zamperini, Alberto D’Ottavi, Andrey Golub, Gianfranco Chicco… gli altri si aggiungano sotto.

Fare le cose bene… quello che porto a casa da Venice Sessions 4

La settimana scorsa ho avuto la fortuna (una delle tante che in questi anni il mio lavoro mi riserva) di prendere parte anche alla quarta Session delle Venice Sessions. Questa volta il tema era “Il futuro dei media nella Digital Age” e tra gli altri ospiti c’era “l’amministratore delegato della pubblicità mondialeMartin Sorrell.  (Ph. by D’ottavi)

Nei giorni immediatamente seguenti sono stato costantemente in viaggio (seguiranno dei post al riguardo), ma ho anche fatto decantare una serie di stimoli giunti da una giornata che è sempre intellettualmente molto faticosa. Il segnale più forte, più pulito, più puro alla fine è stato quello di Luca Sofri, che con una dorsale di dignità rara di questi tempi è stato in piedi mezz’ora per dirci che il futuro dei media ( e forse di qualunque altra cosa) è “fare le cose bene”. Sembra banale, ma una posizione etica incontrovertibile non lo è mai, tanto più di questi tempi. Oltretutto la presentazione di Luca è stata brillante e acuta. Qui sotto vi incollo i tre video, vale la pena ascoltarlo. Seguiranno altre riflessioni, vi rimando al canale youtube di Venice Session con tutti i video per approfondire o al sito.

http://www.youtube.com/venicesessions

http://venicesessions.it/

Ecco i video:

E per le marche, quale conversazione?

Verso quale conversazione stiamo andando? Una conversazione collaborativa o una conversazione competitiva? Se lo chiede Luca De Biase in lungo interessantisimo post (qui), introducendo una distinzione che secondo me durerà a lungo.

Nel post di Luca l’attenzione al tema è tutta politica e sociologica. C’è una conversazione collaborativa che è quella che è stata abilitata, resa possibile da Internet, fatta dalle persone e costituita da milioni di microconversazioni distribuite geograficamente e per interesse. Luca individua poi una forma (deviata, deviante, diversa?) di fare conversazione in rete che definisce conversazione competitiva, quella di chi approccia la discussione sul web come una tribuna politica, dove lo scopo non è co-creare qualcosa, ma convincere l’altro (gli altri). O quanto meno disturbare il “competitor”, il concorrente, il rivale politico, etnico, religioso, economico o il rivale nella conversazione in genere. Appare subito chiaro come dietro questi due approcci alla conversazione ci siano due modelli di pensiero, due visioni del mondo, quasi. Il dibattito, molto collaborativo, è già partito di domenica pomeriggio sul blog di Luca e vi lascio a quello per tutti gli aspetti sociali e politici.

Mi aggancio al discorso solo per proporre la variante marketing di questa distinzione, e provare un esperimento collaborativo. Proviamo a immaginare queste due tipologie di approcio alla conversazione per un brand, per una marca. La marca è abituata per definizione alla competizione, in qualunque stanza di marketing si parla di concorrenza, competitors etc etc. Verrebbe da pensare come naturale che un brand avvii delle conversazioni competitive sul web, cercando di dimostrare la sua superiorità. Ma nelle stanze del marketing si vive moltissimo anche di collaborazione: ricerche di mercato, R&D, test di prodotto. A pensarci bene a una marca dovrebbe venire altrettanto naturale avviare delle conversazioni collaborative.

Di primo acchito verrebbe da pensare che dato che il web è fortemente sociale, sia meglio per i brand tirar fuori il loro lato collaborativo. Il fatto è che il web è anche fortemente competitivo (basti pensare a ranking, traffico, aste di keywords) e quindi una marca dovrà giustamente difendersi in un territorio di competizione.

E quando sul web ci saranno marche concorrenti? Due produttori di pasta o di vino o di auto: cosa succederà quando due marche concorrenti si incontreranno nella stessa conversazione? Competeranno o collaboreranno? Avvieranno un dibattito da tribuna o una conversazione aperta?

Altra cosa: chi regolerà queste fattispecie? Come per la pubblicità arriveremo alla conversazione occulta, la conversazione sleale e la conversazione ingannevole?

Il punto è molto teorico, ma può offrire degli spunti a mio avviso interessanti. Domani a Venice Sessions se riesco provo a chiederlo a Martin Sorrell, vediamo che dice… Tornando a noi, quasi certamente la risposta è un po’ di tutte e due, allora proviamo a elencarne casi o forme. Inserite nei commenti un caso vero o teorico di conversazione collaborativa oppure competitiva per un brand? Cosa può fare una marca di collaborativo sul web? E di competitivo?

Blogfest 2009: quanti eravamo?

Sulla Blogfest 2009 mi hanno chiesto in tanti: “Ma quanta gente c’era?“. La cosa sembra aver preoccupato quelli che non c’erano più che quelli che c’erano, impegnati a girare tra i barcamp e a stare in compagnia. Io ho incontrato un sacco di persone (e ho passato metà tempo in albergo con l’influenza 😦 ). I dati sui registrati ce li darà Gianluca. Quelli qui sotto (cliccate sull’immagine per vedere il ritratto collettivo di Organirama) c’erano di sicuro e a quanto pare si sono divertiti. All’anno prossimo.

Immagine 228