Pare che la multinazionale francese dell’omeopatia BOIRON abbia minacciato di denunciare un piccolo blog italiano, intimando la rimozione dei contenuti ritenuti diffamatori. In rete se ne sta parlando moltissimo (e l’immagine di Boiron non ne sta uscendo benissimo, né quella dell’Omeopatia: seguite un po’ di link cliccando qui, qui o qui). Non mi interessa entrare nel dibattito se l’Omeopatia sia da difendere o meno, ma analizzare l’ennesimo caso di minacce legali verso la Rete, specialmente in questo caso in cui un’azienda che adotta la filosofia Similia_similibus_curantur decida invece di “curare” il “problema” della propria immagine con rimozione chirurgica e con la minaccia di denuncia: un rimedio dissimile, allopatico e anche – non mi denunci Monsieur Boiron – un po’ antipatico 🙂
La questione, a mio modo di vedere, tocca i fondamentali della Rete, del diritto, della libertà di espressione e delle relazioni pubbliche. È chiaro che deve restare fermo il diritto di chiunque (persona e azienda) di non vedersi diffamato ed è altrettanto chiaro che il reato di diffamazione deve continuare a trovare nei tribunali la sede del suo accertamento e esecuzione. Il punto da discutere, a mio avviso, è se ricorrere, come nel caso di specie, a questi rimedi sia efficace. Ovviamente è impossibile stabilire una regola generale, ed è chiaro che valori quali la dignità, il decoro, il diritto a fare business (non erano qui in gioco) vadano salvaguardati. Ovviamente vanno salvaguardati i diritti di un’azienda, non solo di una persona, a tutelare la propria immagine e reputazione. Non è però sempre detto che sia la denuncia/diffida il rimedio migliore. Specialmente sul web.
Diffidare e denunciare i blog: le conseguenze
La Rete è un organismo vivente, multicellulare, dove le persone esprimono libere opinioni per le quali devono certamente rispondere, ma che sono pronti a modificare, ma soprattutto o a discuterne. È proprio il dialogo, la chiave di “ingaggio” della Rete e iniziare un dialogo con una denuncia, beh, non è forse il modo ideale. Salvo casi estremi, come indicato sopra, credo che denunciare un blog per ottenerne la rimozione dei contenuti sia un rimedio (oltre che culturalmente lontano anni luce dall’omeopatia) inefficace per i seguenti motivi:
– di fatto i contenuti non verranno mai rimossi, in quanto saranno sempre accessibili attraverso archiviazioni, cache e ripubblicazioni spontanee a sostegno del “minacciato” che sono un comportamento di solidarietà molto frequente in rete
– la denuncia di una multinazionale contro un piccolo blog non appare mai come qualcosa di positivo per la prima, se a volte può funzionare per difendersi da un giornale o una rete televisiva, in casi come questi l’azienda finisce subito per essere vista come “il cattivo”
– non si costruiscono relazioni, ma le si distruggono e in uno spazio altamente relazionale quale il web è una scelta negativa
– si finisce per amplificare quello che si voleva smorzare: “Una smentita è una notizia data due volte” diceva un vecchio politico italiano, “Una denuncia a un blog è un post moltiplicato cento volte” potrebbe dirsi oggi
– si perde la possibilità di diventare parte del dialogo, in quanto si porta il dibattito fuori dalla Rete e le proprie posizioni e eventuali sostenitori di esse non trovano quindi luogo e visibilità online
Se vi vengono in mente altri motivi, vi prego di indicarli nei commenti, così che possiamo sintetizzarli una volta per tutti,magari in un post successivo.
In sintesi: denunciare i blog quasi sempre è un rimedio inefficace.
Non è quindi una questione di diritto, né di etica, ma di efficacia. Credo che nella maggior parte dei casi, e sicuramente in questo, la strada della diffida/denuncia non vada perseguita. E si può dire questo in quanto trovo la denuncia contro i blogger una strategia INEFFICACE da un punto di vista di comunicazione, e non per questioni di principio, di diritto o di etica o, meno ancora di libertà di opinione (che in un sistema democratico non viene messa in pericolo da una denuncia, ma casomai dalla sentenza).
È importante capire questo, perché è a mio modo di vedere l’unico argomento che la maggior parte delle aziende ascoltano: l’efficacia, il ritorno. È difficile invece sensibilizzare molte aziende con il tema dell’etica.
L’importanza della buona consulenza
È chiaro che alla Boiron sono mancati buoni consigli. Per assurdo Boiron ha anche un blog, che pare non incidere molto, ma nonostante cerchi di entrare in questo mondo denuncia gli altri blogger. Difficile pensare che un blog che diffida in prima istanza, senza dialogo altri blog avrà mai il loro gradimento: è una questione di “cittadinanza digitale”.
Boiron non ha solo denunciato i blog, ma a quanto pare in passato li ha anche pagati per scrivere (bene?) di sè. Cercando un po’ in rete ho trovato alcuni post (1 | 2 | 3 e immagino molti altri post “sponsorizzati”… ). È una vecchia questione, quella dei “Post Sponsorizzati”, che curiosamente riemerge nel caso di un’azienda che ora denuncia i blogger. 🙂
Come dicevamo, la sensazione è che sarebbe stato utile se qualcuno avesse spiegato a Boiron che su Internet funzionano meglio i rimedi omeopatici, come la conversazione, che quelli allopatici come le denunce, ma non ti aspetteresti di doverlo fare 😉
Voi che ne pensate?