Scopro leggendo Twitter in serata e trovo molto significativa l’operazione Android / KitKat per vari motivi. Android, il sistema operativo per smartphone di Google, da sempre nomina le sue versioni con il nome (generico) di snack o dolci: Donut, Ice Cream Sandwich etc etc. Lo fa in omaggio al culto degli snack tra i programmatori e alla abitudine di offrire snack ai propri dipendenti da parte del colosso di Mountain View. Questa volta, però, lo snack é molto famoso ed é un brand.
– Credo sia la prima volta che un sistema operativo (il Sancta Sanctorum di una azienda tecnologica) viene sponsorizzato e in modo così invasivo da fargli portare il nome di un noto prodotto.
– Sancisce il riconoscimento su scala globale e a livello di massa della Geek Culture. Android, Google e la SIlicon Valley infatti portano con sè uno stile che, sia per origine sia per succesiva contestualizzazione sociale, sono (volutamente) stati e rappresentati come alieni, strani, fuori dall’ordinario. Tutto il contrario di uno snack commerciale come KitKat.
– Rappresenta una straordinaria operazione per numeri, andando però a prendere una nicchia (o meglio area) di visibilità inesplorata, senza costo media. Pare, infatti che, Google si attenda 1 miliardo di installazioni del Sistema Operativo che porta il nome dello snack della Nestlè. A questo punto sarebbe interessante capire quanto è costato il deal alla Nestlè?
John Lagerling, responsabile delle partnership Android, definisce l’operazione come non commerciale, senza passaggio di denaro, ma Google e Nestle “wanted do something “fun and unexpected.” Ma alcuni dettagli (“Following one conference call with Nestle back in end of November, the deal was sealed just 24 hours later”) suonano troppo romanzati!
– Lavora per associazione in modo interessante come Premium Pocket Item. In un mondo che tende a smaterializzare denaro, chiavi e qualunque cosa in tasca porteremo due cose: lo smartphone e lo snack come essential duo, conferendo quindi grande valore a KitKat che beneficia anche di una sorta di status di “Snack Ufficiale” ora, in quanto riconosciuto da Google.

L’installazione della statua ufficiale di Android KitKat press la sede di Google a Mountain View, assieme alle statue delle precedenti edizioni: KitKat entra nell’Olimpo della Silicon Valley.
– Un ritorno di PR (qui era facile…) veramente imponente, ma coordinato e con una execution veramente magistrale. Ogni dettaglio è stato curato in modo eccellente, a partire dal sito (Visitatelo! Ne vale la pena.) rivisitato con un eccellente lavoro di copy come se fosse la presentazione di un prodotto tecnologico.
E togliendosi anche lo sfizio di sbeffeggiare il “concorrente” Apple con un ironico video che fa il verso alle presentazioni di Jonathan Yve, chief designer dell’iPhone.
Il “buzz” o “passaparola” viene da solo quando ci sono gli ingredienti giusti, senza ricorrere a operazioni push, ads o circuiti di buzz marketing. Un’operazione davvero intelligente e efficace che premia due cose: il posizionamento di un prodotto, che non ha veri tratti distintivi rispetto ad altri snack e l’essere bold, espressione americana intraducibile che significa di più che “essere coraggiosi”, ma vuol dire essere un po’ sfrontati, agire con pienezza.
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I precedenti Code Name di Android, tutti col nome di snack, ma nessuno prima d’ora un brand di prodotto.
• Android 1.5, Cupcake
• Android 1.6, Donut
• Android 2.0, Eclair
• Android 2.2, Froyo
• Android 2.3, Gingerbread
• Android 3.0, Honeycomb
• Android 4.0, Ice Cream Sandwich
• Android 4.1, Jelly Bean
• Android 4.4, KitKat
Penso al Giappone dove KitKat è usato come “portafortuna”: google ha fatto un gesto scaramantico! 🙂
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Concordo, davvero ben fatta l’operazione e curata, perfino lo smalto della ragazza è rosso e l’unica call porta ad Android KitKat. Tra l’altro nelle confezioni sulle confezioni ci sarà anche un contest e quindi le installazioni potrebbero essere maggiori di quelle previste.
Chissà qual è stato l’accordo che hanno stretto Nestlè e Google, l’hanno romanzata ma quando usciranno le versioni successive chi continuerà ad avere la 4.4 la chiamerà comunque KitKat, segno che è una operazione che Nestlè ha studiato e azzeccato per ottenere un effetto lungo termine: “ehi hai aggiornato a KitKat?”, “prova a fare il downgrade con KitKat”, “Ma è compatibile con KitKat?”
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GE-NIA-LE 🙂
In realtà almeno un altro prodotto Nestlè ha dato il nome ad un sistema operativo (nel mio tweet odierno la risposta).
Grazie Stefano, non trovo il post, dove posso legegrlo?
Era una battuta. https://twitter.com/scardovi/status/375240547310379009
Lol, è vero! 😀
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@stefano è l’ennesima dimostrazione di come sia facile dire “ah sono capace anche io” quando una cosa è stata fatta ma non sia assolutamente banale arrivarci per primi, anche avendone l’occasione.