Le vetrine del negozio Diesel sono in puro stile FemDom.
I cartelloni sono degli ologrammi e quando si passa si vedono i colpi di frusta partire o i decollete’ della lanciatrice di scarpe volare.
Questo manichino invece sta facendo lo scalpo all’altro. Magari le serve per farsi una borsetta.
L’architettura a Soho.
Nell’Haughwout Building e’ stato installato il primo ascensore (a vapore) inventato dalla Signora Otis.
A Bryant Park un grattacielo curvo, con tanto di gemello nell’isolato alle spalle.
Nel cuore di Soho la Adidas ha aperto un negozio dentro un garage e vende solo pezzi originali numerati disegnati da giovani artisti.
Dopo la manicure l’altra mania nazionale sembra essere la lettura della mano, a giudicare dalla quantita’ di negromanti.
Proprio dietro casa abbiamo la Fashion Week e oggi si sono conclusi gli US Open a Flushing Meadows. Alla sera Serena Williams arriva a un party e viene assalita dai paparazzi. La Wiliams sara’ alta un metro e ottantacinque, due bicipiti da muratore e ha un sederone. Se ti tira una sberla ti stacca la testa: meglio che non legga questo post.
Proprio di fronte alla Public Library c’e’ questo piccolo delizioso hotel la cui hall e’ arredata come una biblioteca.
Le chiavi delle stanze alla reception sono organizzate in cassettini come uno schedario.
A Union Square, proprio nel cuore di Manhattan, ogni giorno si tiene un mercatino di prodotti biologici.
Qui il biologico si chiama “organic” e tira sempre piu’.
Rientro a Manhattan proprio l’undici settembre. Tutte le bandiere sono a mezz’asta e da ground zero si levano due enormi fasci di luce.
Dentro un Malll a un certo punto si materializza questo signore. “8 feet 1”. Due metri e settantaquattro.
Il centro commerciale lo paga per girare e farsi fotografare. E’ l’uomo piu’ alto del mondo secondo il guinness dei primati.
Da Miami volo al La Guardia, a NY, nel Queens. L’atterraggio e’ spettacolare: l’aereo fiancheggia a 500 metri d’altezza tutti i grattacieli di Manhattan. All’arrivo mi viene a prendere Uncle Frank, Zio Franco, e mi porta a Long Island dove vivono i miei parenti.
Sembro il figliol prodigo rientrato da un lungo viaggio. Scattano subito i preparativi per cene, party e “block party”, feste di quartiere. Intanto andiamo a cena da mio cugino Roberto e dopo cena scatta il pokerino. Mi sento un po’ imbarazzato a fine serata, quando sono l’unico a vincere e mi porto a casa cento dollari, ma che diamine, sono loro che hanno chiesto di giocare.
Gli “Iampieri Brothers”, come li chiamo io, sono emigrati in Argentina quarant’anni fa, coi loro genitori e trent’anni fa si sono trasferiti tutti a New York con le mogli argentine. A casa Iampieri si parla un misto di italiano, inglese e spagnolo, tutti abbastanza approssimativi, ma vino, spaghetti and lobster sono parole che capiscono tutti.
Cosi’ tra una magnata, una bevuta, una partita a carte e una conversazione nostalgica sull’Italia passo il week end
Mentre zio Frank prepara l’aragosta zia Rosa mi porta nel backyard e mi da’ la benedizione con l’acqua santa e mi regala un biglietto della lotteria. Martedi’ c’e’ l’estrazione, se vinco pago il volo per tutti e facciamo un block party!
Marco Massarotto 