Macchiato espresso

Spingo il negare il mio essere turista al massimo. E funziona! Assomiglio di piu’ a un cameriere in pausa che ai mille turisti che pranzano. Qui sono gia’ le due e decido di concedere al mio stomaco, sveglio da 8 ore, un Giros. L’Hamburger greco: un foglio di Pita, pezzi di maiale, pomodoro, cipolle e patatine fritte. Occorre disintegrarlo con una coca cola.

 

Ruttino, sigaretta e via. Atene sembra una Roma senza i monumenti, un po’ piu’ sporca e un po’ piu’ povera. Ci sono decine di negozi di utensili, chissa’ perche’…

 

Mi compro un quaderno da 30 cent e una penna da un euro e novanta. Niente Mac al seguito quest’anno.  Scrivo sul quaderno e quando trovo un internet cafe’ trascrivo.

 

Continuo in non so quale direzione e finisco in un enorme mercato di sole carne e pesce. Quarti di bue, teste e zampe di maiale, facce di greci e di africani che mi invitano a comprare.

 

Hey, ma non vi accorgete che sono un turista?
Evidentemente finche’ taccio no. Esco dal mercato con una voglia di caffe’ che mi accompagna da mezz’ora. Starbucks!

 

Ci sono gli stessi caffe’ di New York, ma con gli ingredienti in greco sul cartello sopra la cassiera. Contratto un Espresso. Sono ad Atene da un’ora e mi sento gia’ un po’ mescolato come il caramello che Teodora mi ha aggiunto con un sorriso.


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