[ferpi magazine – Intervista] INTERNET PR Cambiano strumenti e linguaggi

Trascrivo un pezzo dell’intervista rilasciata a Magazine Ferpi n. 56 marzo 2009 (PDF). 

INTERNET PR Cambiano strumenti e linguaggi

Intervista di Donatella Giglio

D. Qual’è la particolarità delle relazioni pubbliche online?

R. Direi fondamentalmente il fatto che gli interlocutori cambiano e sono direttamente i consumatori o un diverso tipo di intermediari rispetto alle PR tradizionali: blogger, admin di forum o creatori di social network tematici, per citarne solo alcuni. Inoltre Internet sta dando grande spazio anche al mondo associativo, che era meno rappresentato sui media verticali. Cambiando gli interlocutori, cambia tutto: linguaggio, strategie, tecniche.

D. Molte organizzazioni danno ancora poca importanza alla propria presenza sul web. Quali i motivi per cui non è possibile farne più a meno?

R. Credo che qualunque buon comunicatore abbia il dovere di esplorare un territorio nuovo (e prima lo si fa, maggiori sono le possibilità di conquista). Ammesso che Internet si possa definire un territorio ancora da scoprire, poi, è sempre dovere di un buon comunicatore essere pronti a metabolizzare nel proprio Mix un nuovo media. Il telefonino esiste da meno tempo di Internet, eppure è più accettato. In realtà non credo che ci sia un problema di “dare poca importanza a Internet”, quanto a certi aspetti di Internet, quelli più sociali, diversi dai paradigmi abituali, che però in rete sono quelli centrali. Mi spiego meglio. Non credo che nessuna azienda sottovaluti oggi l’importanza di avere un proprio sito, di pianificare banner o abbia difficoltà a capire l’utilità di una DEM o dell’email marketing. Quello che spesso succede è che ci si ferma lì, ai modelli più vicini a quelli noti (spedizione, inserzione, canale…). E su Internet non si fa molta strada con questi modelli. Occorre far comprendere le dinamiche tipiche di una rete: partecipazione, socialità, networking. Questo è quello a cui secondo me si dà ancora troppa poca importanza: il modo corretto di Intendere e approcciare il web.

D. Sulle Internet PR ci ha scritto un libro.Qual’è lo scenario italiano?

R. Ho aperto un’agenzia dedicata a questo nel maggio del 2006 (www.hagakure.it), allora in centro a Milano se dicevi la parola “blog” ti guardava-no come un marziano. Oggi non si parla d’altro. Se prima eravamo in ritardo, oggi c’è troppa hype sul tema e troppa fretta. I social media sono un investimento strategico per le aziende e l’economia di crescita dei progetti web è lenta o comunque diversa da quella delle “campagne” sui media tradizionali. In sintesi vedo entusiasmo e accettazione delle tecnologie sociali, manca un po’ di pazienza e umiltà a volte. Ci sono un sacco di occasioni di formazione che non sono state colte, quando invece la cultura di rete è il presupposto di base per un progetto di successo sul cosiddetto web 2.0. E’ un difetto tipico di noi italiani: programmare poco le partenze.

D. Esistono modalità e strumenti per la valutazione delle PR online. Come se ne può misurare il ritorno?

R. Il problema non è se esistano indicatori, ma che ne esistono troppi. La misurazione delle PR online appartiene alla famiglia delle Relazioni Pubbliche, si basa sulla misurazione delle “occasioni di visibilità” offerte alla marca. Solo che su Internet sono tantissime: un video su youtube, quante foto ha generato su flickr il tuo evento, i post dei blogger, thread di discussione sui forum, gente che ne parla su twitter. Si pone il problema di intercettare le conversazioni (tecnologico) e quello di pesarle e organizzarle in un sistema di valutazione coerente (intelligence). E’ una sfida appassionante che un buon comunicatore non dovrebbe temere, ma vivere come l’opportunità di poter conoscere l’esito del proprio lavoro ancor più in dettaglio. Charlene Li di Forrester Research ha stabilito una tabella del ROI dei blog, ma ogni buon relatore pubblico è in grado di “assemblare” il proprio kit di misurazione in modo semplice, allineandolo agli obiettivi di comunicazione. Noi, nella pratica quotidiana, stendiamo dei report molto dettagliati che integrano dati “hard” (visitatori, blog reactions, views di contenuti multimediali, citazioni sui Social Network…) con dati “soft”, qualitativi, spiegando ai clienti perché quella twittata vale più di quell’altro post.

[…] Il resto QUI (pag 6/7). Con interventi di:  Nicola Mattina  (One company, many voices),  Italo Vignoli (Le relazioni pubbliche nell’era dei social media), Enrico Grazzini (La nuova sfida è preoccuparsi), Simona e Pietro Battistella (La presenza in rete di un’organizzazione è sempre più diffusa, è questa una delle sfide più difficili), Marco Massarotto (Internet Pr: cambiano strumenti e linguaggi), Michele Ficara Manganelli (Le organizzazioni devono imparare a conversare con i pubblici), Vincenzo Cosenza (Blog, forum, social media: l’opinione si forma online), Diego Biasi (La verà novità: le persone al centro).

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