Negli ultimi due anni, almeno, ho visibilmente trascurato questo blog, che ho iniziato prima come diario personale (nel 2005) poi come strumento di comunicazione professionale (dal 2007).
Postare su facebook o su twitter è troppo più facile. E anche l’interazione e i commenti vengon meglio, c’è poco da dire. A un certo punto, però, ti manca una cosa: la scrittura. Con il suo ritmo, con le sue pause, le sue lunghezze e la capacità di farsi plasmare senza limiti.
Una volta si diceva “scrivere per Google” riferendosi a chi bloggava cesellando ogni parola per apparire in più risultati di ricerca possibile. Scrivere per il Seo.
Poi ci è stato detto che contava la sintesi, i retweet, il like. Scrivere per i Social.
Tutto vero.
Ma c’è anche lo scrivere per se stessi. Senza un fine che non sia quello di mettere ordine nei propri pensieri. O di farlo per pochi che abbiano voglia di (sof)fermarsi un minuto in più. DI conservare un ragionamento e ritrovarlo. Di avere qualcosa di tuo.
Si può scrivere anche per l’anima, non solo per i Social e il Seo.
Ci ho pensato l’altro giorno e mi è tornata voglia di coltivare con più assiduità il mio blog. Intanto ho “fuso” quello personale (MarcoMassarotto.com) con quello “di lavoro” (Internetpr.it).
Ma non ho ancora deciso…
È dal 1998 che scrivo per me. Ad essere onesti va detto che i commenti più sinceri li ricevi dai blogger , quelli da ” caro diario”. I social ci hanno resi tutti troppo gossippari. Uno spazio per se stessi, secondo me serve.
per me, lo scrivere (sui vari blog che gestisco o meglio, che trascuro) e’ spesso anche un elemento che utilizzo per obbligarmi a cristallizzare in parole certe idee, il che mi aiuta a capirle meglio. Poi, se qualcuno vuole leggere e interagire, ancora meglio 🙂
Grazie dei commenti, pepe e gian. In effetti è proprio così. E aggiungo, anche tenere e ritrovare i contenuti. Altra cosa persasi con i Social Media.
Bel post, Marco, dopo tutto, uno scrive se ha qualcosa da dirsi e da dire.
Grazie Silvi.
E’ vero Marco, condivido molto quello che dici. Si può scrivere per riordinare le idee, e nel vederle scritte si è più spettatori che attori. Ma si può scrivere per qualcuno, e lì c’è proprio tutta la nostra anima.
Bentornato Marco!
Beh…buon proseguimento allora Marco. Hai spento l’altro? O sopravvive?
Ho fatto il merge, tutti i posto sono stati caricati di qua e fatto redirect 301 da InternetPR a qui…
Ciao Marco, io sono un consulente SEO e sul mio blog che si chiama seogarden non faccio più distinzione tra quello che scrivo per me, per gli amici o per lavoro. La vita e il lavoro si fondono: mentre vivo lavoro, mentre lavoro vivo, cambiando quello che non va bene e continuando a fare quello che mi piace. Se devo ottimizzare ottimizzo, altrimenti no, ma in ogni caso metto tutto insieme. 🙂
Plasmare senza limiti. Il labor limae o di polpastrelli. In cuor tuo forse hai già deciso. Anche se non scriverai con regolarità ogni tot giorni, secondo me nel 2013, va bene uguale. O no?
You know your chicken, Stefano. Poi diciamo che a ben vedere non ho mai smesso, no? 🙂
Ciao Francesco. Non ce l’avevo in alcun modo con il SEO eh… ci mancherebbe. Infatti, alla fine è quello che sto facendo anche io. (curiosamente proprio il tuo commento mi era finito in spam list just FYI #WordPress)
era tempo che mi domandavo come mai il tuo blog non fosse in moto.Eri tu che eri in moto con la testa,per evolverti. Sono d’accordo su quello che dici e contento di questa tua riflessione: social? seo? soul! è nel simpatico pantano dell’anima la vera vita.
un saluto–Gregorio
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e con un post come questo ti prendi un lettore fisso in più 🙂
Grazie Simone!