“Qual è il simbolo del Giappone?”
Se vi fanno a bruciapelo questa domanda, molti di voi risponderebbero: “Il Monte Fuji!“. La capacità, che hanno dimostrato di avere i giapponesi, di trasformare una montagna (e peraltro una pericolosa, che provoca spesso danni al paese e ha il potenziale di spaventare i turisti) in una vera icona, quasi un “logo” del paese nonché in una potente leva commerciale e turistica è davvero meritevole di attenzione. Il Monte Fuji, con i suoi 3.776 metri è la montagna più alta del Giappone, nonché un vulcano che non erutta dal 1707 ma che ben si può dire costituisca uno snodo cruciale delle frequenti e importanti attività sismiche del Giappone, trovandosi a soli 100km a sud della capitale, Tokyo.
La celebre veduta di Hokusai “La grande onda di Kanagawa” link
Da secoli il monte Fuji ispira poeti, artisti e pittori e vanta una iconografia (appunto!) senza pari. È forse la montagna, o addirittura la risorsa naturale, più immortalata del pianeta e della storia dell’uomo e, sempre ed inequivocabilmente, rimanda al suo paese, il Giappone, al quale viene associato come suo simbolo.
Il Monte Fuji è entrato nell’immaginario del Giappone al punto da diventarne un’attrazione turistica, ma anche punto cardinale, un simbolo della relazione del popolo nipponico con la natura e un elemento commerciale.
Il suo stesso nome, infatti: “Fuji San” ne indica la centralità di ruolo. I Kanji (ideogrammi) che ne costituiscono il nome, infatti, [富 e 士] significano “persona importante“. Altre ricostruzioni indicano l’etimo come derivante dal concetto di “immortalità” o di “grande esercito“. Anche l’ultimo kanji “Yama” (montagna), che può essere letto come “San” (che suona come Signore), ne rafforza la venerabilità o il timore reverenziale.
Il passaggio successivo, dopo la mitizzazione e la venerazione, non poteva che essere la deriva commerciale, facendo diventare il profilo (i)conico grigio e bianco del Monte Fuji, un pattern da applicare a qualunque sorta di gadget o oggetto commerciale.
Ecco un Pinterest Board di immagini che ritraggono l’infinità serie di gadget commerciali dedicati al Monte Fuji:
Ed ecco spuntare cartoline, bloc notes, tazze e tazzine, magliette, calzini e ogni oggetto che la fantasia giapponese possa partorire plasmato come il mitico vulcano. Da semi-divinità a gadget, da opera d’arte a biscotto non esiste ruolo che il vulcano simbolo del Giappone non abbia ricoperto.
Guardando a questo fenomeno con gli occhi del marketing non può non risaltare l’enorme creazione di valore attorno a un elemento naturale dato e immutato. Proviamo a sintetizzare le condizioni e gli elementi necessari a far sì che si possa verificare un tale fenomeno e si possa creare valore attorno a un elemento fisico dato e immutabile, per capire se il fenomeno possa essere, non solo studiato, ma replicato.
1) Iconicità. Se non ci si staglia naturalmente dal resto del paese/paesaggio sarà difficile riuscire ad ascendere a simbolo.
2) Unicità e rilevanza. Occorre essere un elemento unico e riconosciuto/riconoscibile
3) Quotidianità. È necessario essere un elemento ricorrente della vita di una popolazione, per assugerne a simbolo.
4) Drammaticità. Non è essenziale, ma aiuta.
5) Una cultura come quella si derivazione shintoista, che tiene uniti tradizioni, natura, progresso, fede, popolo. E che abbia una scuola visiva e di design molto forte. Ma soprattutto valorizza la natura e i suoi cicli e ritmi, preservandoli e integrandoli nel progresso e nella civilizzazione.
6) Organizzazione, metodo e perseveranza. Anche in presenza dei quattro elementi precedenti occorrono decenni o secoli di perseveranza, metodicità organizzazione e coerenza per consolidare un simbolo.
7) Amor proprio. Amando il Monte Fuji (e il perciolo che rappresenta) i giapponesi rinnovano quotidianamente una dichiarazione di affetto e attenzione verso se stessi
Se i primi 5 elementi sono essenziali, gli ultimi due, a mio modo di vedere, sono i più importanti. Valorizzare il proprio territorio in tutti i modi possibili è un lavoro paziente e minuzioso, che dura decenni e che ha bisogno di grande coerenza, costanza e amore per il proprio popolo le proprie origini.
Se ci volessimo più bene forse, avremmo saputo cogliere e far fiorire il potenziale del Vesuvio, un vulcano bello almeno quanto il Fuji, tutto verde in riva a un mare blu, simbolo di un popolo generoso, ma non con se stesso. E se tirassimo fuori un po’ di amor proprio e capacità organizzativa domani il Vesuvio potrebbe avere un potenziale commerciale ben superiore che quello di essere l’immagine preferita per i cartoni della pizza da asporto…