Un vademecum per il (nuovo) planning?

Lo ripetiamo da anni, ma in questa tabella del rapporto Censis 2015, tra le molte cose, è anche una ottima cartina di tornasole per validare il proprio media spending o la propria content strategy sui vari target. Alcuni dati, specialmente nei confronti generazionali, sono molto chiari e parlano di un paese mediaticamente diviso in due in chiave generazionale: i giovani si informano ormai online e sempre più sui social network, gli anziani rifiutano questo canale e restano aggrappati ai TG e ai quotidiani. Altri dati a mio modo di vedere rilevanti sono: – i Blog che sono fonte di informazione pe run terzo della popolazione adulta e arttiva professionalmente (30-64) -la ancora bassa penetrazione/considerazione di Twitter, che pur è molto popolare tra i cosiddetti “opinion leader” – la persistente autorevolezza dei telegiornali, che col target con cui perforammo peggio (14/29) ottengono comunque un 68,5% mentre facebook col target 65/80 non supera il 12,3% – lo stentare delle news online, che non hanno trovato una chiave di distribuzione/attrazione. Ciò che balza comunque agli occhi e che deve costituire una priorità strategica per i planner della comunicazione (siano essi “media” o “campaign manager” di un politico o strategist di un’agenzia) è che oggi i target demografici sono spaccati e consumano media diverso tra di loro quanto mai prima. Conseguentemente la scelta dei mezzi per campagne verticali o la loro differenziazione per campagne di largo respiro e la declinazione della media/content strategy, diventa un vero asset strategico. censis2015 Per comodità riassumo 4 grafici, per un confronto ad occhio, includendo le 9 aree di pianificazione principali: Tv (media di telegiornali e TV All news), Settimanali, Quotidiani,news online (applicando la media tra  “siti web di informazione”, “quotidiani online”), blogMotori di ricerca, facebook, twitter,  youtube e “proporzionandoli” tra di loro. CensisGrafico14:29 Tv, Video online e social media sono il mix per il target 14/29. Voci indipendenti con una eco di conferma nelle news mainstream sembra essere la chiave per raggiungere i giovanissimi. CensisGrafico30:44 Seppure con qualche resistenza stampa in declino anche per i big spender (30-44). Dominio dei motori di ricerca (e quindi di blog e forum), dei social network, ma senza dimenticare periodici, news online e TV. CensisGrafico45:64 Salendo con l’età si predilige l’equilibrio e bisognerà essere bravi, per raggiungere e convincere i senior a far passare lo stesso messaggio su tutti i canali, forse il target più ostico. CensisGrafico65:80 Forget the Internet per gli “Over 60” (e pensare che sarebbe così utile per loro) totalmente “analogici”. Andate da Bruno Vespa e vi siete portati a casa i loro voti e le loro pensioni. CensisGraficoAll Ecco comodamente riassunto in un colpo d’occhio il “media time” della popolazione italiana secondo il rapporto Censis 2015. Questo utilizzo sbilanciassimo da parte dei più giovani di facebook come strumento di news è confermato da una recente ricerca americana in cui il 70% dei Milennials americani (18-34) dichiara che pe loro facebook è prima di tutto una fonte per le notizie e le storie degli amici e i 57% si collega almeno una volta al giorno per leggere le news (di cui il 30% più volte al giorno e il 14% constantly). Una tendenza forte e chiara, che se da un lato indica chiaramente la strada ai pianificatori, dall’altra suscita qualche interrogativo:

– una intera generazione si informa su uno strumento che non nasce come medium di informazione: a che regole è giusto sottoporlo?

facebook non produce notizie, ma “distribuisce” (sono i suoi utenti in realtà farlo) quelle di editori mainstream destinati (da questa stessa logica distributiva) alla morte o a rimpicciolirsi: il sistema può sopravvivere?

– editori, curators o reporters? Chi si occuperà di “certificare” le notizie che circolano su facebook. Il problema delle bufale e degli hoax è ormai gigantesco e la piattaforma afa poco o nulla al riguardo.

disintermediazione o tecnocrazia? un equilibrio che si sposta molto velocemente fuori dai centri (editori) di potere prestabilito dove andrà a parare? Nelle meni degli utenti o in quelle di web company sempre più al di fuori non solo delle regole, ma spesso delle giurisdizioni?

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