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Arriva Mobike a Milano. Eccolo testato sul casa-ufficio (5km).

Da qualche giorno sono a disposizione a Milano le prime bici di Mobike, il bike sharing cinese in free floating. L’ho usato sul mio abituale tragitto casa-ufficio, ecco un video con le impressioni.

In sintesi:

Pro -> Prendi e lasci le bici dove vuoi / ottima App / leggere e maneggevoli / poca manutenzione.

Contro -> lente / piccole / rigide / niente cambio/ costano dal primo minuto.

 

 

Mobike per AndroidMobike per iOs

 

Per “par condicio” nei giorni successivi ho testato, sullo stesso identico percorso il BikeMi elettrico, che di solito uso ogni giorno. È un servizio ottimo, che invita i soggetti più deboli a usare le bici, chi ha carichi pensati o chi non vuole sudare nei mesi caldi. Ma ha anche dei problemi logistici, essendo la frequenza di bici scariche, che costringono a odiosi cambi e attese, altissima. Parola di un abbonato con due tessere che lo usa tutti i giorni. Qui una disavventura (4 cambi di bici necessari per 3 bici scariche consecutive) che capita 1 volta ogni 3 o 4 giornate. Troppo.

 

Insomma. Ottime iniziative, fatte così così. Si può intervenire e renderle più usabili e efficienti. L’uso della bici per andare al lavoro è stato calcolato riduca la mortalità e le malattie abbassando i costi della sanità pubblica. E lascia le città più pulite e vivibili, a patto, ovviamente di avere una classe dirigente (locale e nazionale) che crea le infrastrutture e servizi accessibili, non che pensa alle bici solo per le campagne elettorali. Attendiamo fiduciosi.

 

Come scegliere una bici pieghevole

Arrivato alla terza bici pieghevole, ho imparato un po’ di cose da furti ed errori che condivido a beneficio di chi sta pensando se passare alla pieghevole e, in caso, a quale prendere. La piccola esperienza di questi due anni, magari può aiutare a togliere (o a far venire) qualche dubbio. Vista anche la (ancora) bassa diffusione delle bici pieghevoli e la grand curiosità, spesso non soddisfatta, che le riguarda e lascia ambito a idee non sempre corrispondenti al vero (me ne accorgo da molte domande che ricevo quando giro con la mia Brompton). Ho pensato quindi di condividere questa piccola Guida all’Acquisto, sperando sia di utilità per chi sta pensando di fare questa scelta.

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Grand’Adda | Una visione grandangolare della Ciclabile Lecco-Milano

Dopo molto tempo che aspettavo e leggevo review sulla Lecco Milano (quando avevo la road bike non mi spingevo mai oltre Cassano, i racconti sullo sterrato intimorivano me e la mia Bianchi…) oggi finalmente, complice la mia nuova Cinelli Bootleg più gestibile sullo sterrato, ho potuto fare questo meraviglioso percorso.

Sono andato a Lecco col Regionale delle 09:20 da Milano Centrale (purtroppo Trenitalia non consente di fare i biglietti per le bici online, dovete fare la coda in stazione). Si arriva a Lecco alle 10 e scendendo per via Cavour e poi via Da Vinci si passa su un ponte che attraversa la parte finale del lago di Como. Appena passato il ponte girate a sinistra e dopo un chilometro avrete accesso a una pista ciclabile lungo lago che attraversa il Parco “Addio Monti” prima e fiancheggia l’Adda sino a Vaprio poi. Continua a leggere

[giro in bici] Milano – Chiaravalle – Gratosoglio – Milano

Poche pedalate lungo Corso Lodi e comincia il sapore di periferia, ma termina ben presto quando si imbocca la solitaria via San Dionigi che in poco più di dieci minuti porta all’Abbazia di Chiaravalle, un posto che ricorda le missioni della California. Tutta asfaltata, zero ciclabile, ma tranquilla. Da lì si prosegue verso sud per passare attorno a Sesto Ulteriano (la micro-pista ciclabile, che copre solo la rotonda, ma non i pericolosi viali di acesso, fa tenerezza nella sua ingenuità) e di lì risalendo per giungere a Poasco.

Fiancheggiando il cimitero di Chiaravalle si imbocca una strada stretta che porta a via dell’Assunta. Ci sono alcune cascine che sembrano più accampamenti, e non si è accolti a braccia aperte, basta pedalare, e in pochi istanti ci si ritrova in via Ripamonti. E’ la costante di questo giro, dietro ogni curva cambia lo scenario: periferia, campi di grano, piccoli centri urbani,  periferia disagiata, cascine… ogni cinque minuti è diverso.

La risalita finale lungo il Naviglio Pavese è distensiva, per chi è di strada passate per via Giambologna, dalle caratteristiche case gotiche.

 

Guarda la Google Map dell’itinerario (27 km)

Guarda la Google Map dell’itinerario (27 km)

Tempo di percorrenza 2 ore e 30 minuti con andatura da passeggio.

Tutto asfalto, praticamente nessun pezzo di pista ciclabile. 

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