Dalle Conversation PR alla Conversation economy

Non lo dico io, ma John Battelle (tra le altre cose uno dei fondatori di Wired) in un interessante post in cui si interroga sul modello economico della comunicazione sui social media (un argomentino da niente).

Battelle indica due modelli economici rilevanti:

1) Il marketing conversazionale, citando un articolo di AdAge (qui l’articolo in inglese a pagamento, qui per voi il pdf) in cui le conversazioni brand-consumer sono il big scenario e il futuro della comunicazione e non i consumer generated ads considerati comefenomeno di secondo piano rispetto all’Epocal Change (parole di AdAge). In sostanza un modello di marketing orizzontale, relazionale, basato su logiche di rete e di networking andrebbe a costituire, secondo Battelle e AdAge, un modello economico in grado di sostenere e far prosperare i social media come evoluzione di quelli che Battelle chiama Packaged Goods Media (media inscatolati).

2) L’economia conversazionale o Conversation economy. Tracciando uno scenario evolutivo ancora più ampio Battelle descrive il marketing conversazionale come la punta di un iceberg. L’apertura di infiniti canali di comunicazione andrà a influenzare i processi di business delle aziende e i processi di mercato.

Sulla conversation economy, ecco anche BusinessWeek e Nova de Il Sole 24 ore che riporta l’intervista di Alessio Jacona (qui).

E pensare che ogni tanto mi veniva il timore di esagerare con le Internet (Conversation) PR…

[visto su MediaMeter]

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