iPad è stato presentato come il “Salva Editori”, il device in grado di far tornare i publisher in condizione di vendere le proprie notizie. In effetti le premesse ci sono: iPad e iTunes sono un’ottima “billing platform”. Molte importanti testate si sono fatte trovare pronte all’appuntamento con una App già avanzata in termini di sviluppo e con contenuti già a pagamento. Tra questi anche alcuni editori italiani. Vediamo un primo raffronto.
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Ottima e sofisticata la iPad App di TIME.
Una schermata di accesso che è in sostanza un piccolo “store” con l’archivio copie da comperare a € 3.99 l’una. Un menu intuitivo e pensato per il supporto e corredato di guida illustrata alla lettura su iPad (chapeau!).
Notevole il livello di multimedialità già in questa prima release. La navigazione delle storie e delle immagini è molto efficace e spettacolare e ci sono già parecchi contenuti video: su alcune pubblicità come mera trasposizione di spot, più utili e fruibili dentro le notizie.
In sintesi: buona la leggibilità. Ancora sperimentali le pubblicità, sembrano una pagina di mensile cartaceo trasposta, con in mezzo un video (si può fare meglio…). Poco chiaro l’uso di alcun video ripresi da YouTube: saranno stati riconosciuti i diritti agli autori del video? Come ci si deve regolare in questi casi?
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Un buon inizio anche quello di BBC NEWS per iPad.
L’accoglienza fa capire immediatamente che l’ambiente è stato progettato per iPad, interfaccia semplicissima, ma efficace. Una navigazione immediata tra le notizie (tutte gratuite), rende questa prima versione sicuramente apprezzabile e probabilmente la renderà molto usata. Ottima anche la radio live e comodissima la personalizzabilità delle notizie. Credo sia un buon tentativo di attrarre utilizzatori con un prodotto semplice e ben congegnato che andrà ad arricchirsi di opzioni c’è da aspettarsi anche a pagamento.
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Originale la scelta del New York Times editor’s choice for iPad.
Il NY Times si conferma maestro di stile: impaginazione magistrale, selezione di qualità: punta a catturare l’attenzione dei lettori dieci/quindici minuti al giorno con contenuti di livello selezionati e confezionati ad hoc su iPad.
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Avanzata l’App di Newsweek.
Pur basandosi su “un mega pdf del giornale”, ha alcune feature già avanzate l’App di NewsWeek: lo store, una navigabilità morbida e piacevole, menu intuitivi e semplici. Molto leggibile, ancora poco interattiva, ma il numero omaggio contiene dichiarazioni altisonanti di futuro digitale per NewsWeek: “Faremo del grande giornalismo su qualunque supporto verrà inventato!”
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Chiusa l’App del Wall Street Journal.
Lascia intravedere poco, ma sembra buono l’App del WSJ. Trovate più dettagli qui.
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Ad hoc l’App fotografica del Guardian (The Guardian Eyewitness) e quella di Bloomberg.
Esordisce con un App settoriale dedicata alle foto The Guardian su iPad, in attesa della App di news. The Eyewitness è una App relizzata ottimamente che sfrutta la qualità maggiormente appariscente di iPad: la gestione delle immagini.
Altrettanto specialistica (poteva essere altrimenti?) è l’App di Bloomberg, un vero e proprio dashboard ricco di grafici e dati finanziari che dà l’illusione di controllare la borsa e consente di monitorare i propri titoli in modo molto efficace.
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Visionaria la iPad App di WIRED.
“Finalmente possiamo fare il giornale che abbiamo sempre voluto fare“, esordisce così Chris Anderson, il direttore di Wired sul primo numero “digitale” su iPad. E come dargli torto, se non la fa Wired una App veramente curata e funzionale chi la deve fare?
La navigazione è precisa e avanzata, a tratti sorprendente: ci sono pianeti da far girare per esplorarli meglio e macchine in LEGO da veder costruire sotto i propri occhi, con un semplice clic, anzi touch.
L’interattività portata all’estremo non appartiene però solo alle pagine editoriali, da sempre chi fa pubblicità su Wired sperimenta e anche qui non mancano annunci pubblicitari che provano a giocare con le dinamiche di iPad, quali Continental e Heineken, anche se lo fanno in modo un po’ timido (si limitano a richiedere la rotazione della tavoletta), ma è un primo segnale.
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Almost Perfect: l’App di AP.
Associated Press rivendica un ruolo da protagonista, alla pari di importanti testate, con un’App che crea un interfaccia totalmente pensata per iPad. Creativa, intuitiva, piacevole. Le notizie sulla App di AP diventano moduli con cui giocare, spostarle, assemblarle e fruirle secondo le proprie preferenze. Foto, video, articoli sono elementi grafici di facile manipolazione e configurazione nei settaggi di filtro. Tutto è condivisibile all’esterno attraverso l’integrazione dei Social Network. Si fa fatica a trovare qualcosa che non vada o che manchi…
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Orecchiabile, la App di NPR.
Interessante e gradevole la scelta di National Public Radio di rendere ascoltabili tutti i suoi articoli.
Le Figaro: straniante.
È sinceramente deludente l’esperienza di consultazione della App di Le Figarò. Le pagine sono lente a caricare e “rigide” nella navigazione. L’offerta di notizie poco personalizzabile, tutto a pagamento con una fastidiosa interfaccia che ogni volta che clicco su qualcosa chiede soldi. Tutte queste preview che poi riservano la “sorpresa” di essere a pagamento deludono: una base free potevano metterla, o trovare un modo di chiedere la tariffa quotidiana meno invasivo.
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Le App “de noantri”: Corriere, Internazionale, Novella 2000, Gazzetta, Repubblica.
Si limitano a un “pidieffone” sbattuto là le App dei nostri principali quotidiani. Lunghe da caricare, difficili da navigare, prive di personalizzazione e store le App dei nostri giornali consistono in una copia pdf del giornale (vecchio del giorno prima o comunque palesemente inadatto ai ritmi del web) impaginata in modo pressapochistico e tutte uguali tra di loro. Va bene che è necessario presidiare e far scaricare molte App nei primi giorni di isteria da download, ma come mai le principali testate internazionali sono arrivate (chi più chi meno) pronte all’appuntamento con iPad e tutte le nostre si sono rivelate così impreparate? Tecnofobia o miopia? Sono sicuro queste App miglioreranno a breve, comunuqe, diamo loro il beneficio d’inventario.
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La mia personale classifica:
1) Associated Press
2) Wired
3) TIME
E la vostra?
Non conoscevo The Guardian Eyewitness, bellissima! in collaborazione con Canon, accompagna ogni immagine con un “pro tip” ovvero consiglio di fotografia.
Ciao Marco, interessanti i tuoi commenti, ad integrazione approfitto per segnalarti questo intervento di informationarchitects.jp, segnalato via Twitter dal comune amico Lionello Borean, che analizza proprio l’app per iPad di Wired ed evidenzia la necessità di creare grafica differenziata in base ai supporti, perché diverse sono le modalità e possibilità di fruizione.
G.
Pingback: Editori Italiani su iPad? Passando da Zinio | Infoservi.it
oops, scordavo il link:
http://bit.ly/9706ul
G
Grazie Giovanni, sì infatti WIRED ha proprio adattato a iPad l’art direction a favore di leggibilità e navigazione.
Grazie del post, Alberto, e dell’integrazione su Zinio!
Questo confronto è veramente interessante.
Come dici tu, pur con buoni margini di miglioramento (sia di fruibilità che di politiche commerciali), gli editori stranieri si sono fatti trovare pronti, adeguando i contenuti alla tipologia (e alle potenzialità) del supporto.
Sugli editori italiani credo che non basti nemmeno il classico velo pietoso: sono riusciti addirittura a fare peggio di certi siti e di certe app per iPhone 😦
Tecnofobia o miopia? Credo entrambe.
Sono fiducioso che le esperienze degli editori esteri serviranno, lentamente, a cambiare la cultura e la mentalità di chi distribuisce le informazioni in Italia; aspettiamo i primi dati.
L’aspetto positivo, volendone cercare uno, è che c’è parecchio lavoro per chi ne capisce.
Sono anche curioso di vedere le proposte di Condè Nast e Lagardère, che si erano mosse per tempo e avevano stretto partnership strategiche.
Resta il rammarico di essere per l’ennesima volta il fanalino di coda dei nuovi media (sigh)
Bravo Marco, bellissimo post. Credo che tu sia un po’ troppo ottimista sulle App delle testate italiane. Ne riparleremo a inizi 2011… 🙂
Premetto che non posseggo un ipad e quindi potrebbe sfuggirmi qualcosa ma c’è una cosa che non capisco. Se, come ha detto Jobs presentandolo, l’ipad dovrebbe fornire la miglior esperienza di navigazione possibile (molto meglio che con un netbook nelle sue parole), perchè un utente che fino ad oggi ha preferito consultare i siti dei quotidiani on line piuttosto che acquistare la copia cartacea dovrebbe ora cambiare il suo stile di consumo per via dell’avvento del nuovo prodotto della mela, se la navigazione sui siti tradizionali è così buona. Perchè dovrebbe comprare un’ipotetica copia a pagamento per ipad del corriere invece che andare, come ha sempre fatto, su corriere.it?
Grazie Simon, beh dai, diamo una chance almeno… 🙂
Appunto, Emilio! Serve una strategia per iPad e mobile devices: news in esclusiva su queste piattaforme? news in mobilità? interazione diversa? Qualcosa che giustifichi il presente o futuro billing. Il NY Times per esempio distribuisce contenuti diversi sulle due piattaforme, ma anche il modello Wired (24.000 app acquistate nel primo giorno) di distribuzione alternativa è interessante: puoi avere Wired US senza aspettare che arrivi in edicola in italia, a un prezzo più basso: si potrebbero aprire nuovi mercati.
Beh non è che potevamo aspettarci di diventare la locomotiva eh, Roberto, no? 😀
su wired concordo in pieno, l’app semplifica in maniera determinante la distribuzione, però si tratta di un prodotto molto diverso rispetto ad un quotidiano, sul loro sito non ci sono gli stessi contenuti presenti nella rivista e soprattutto non credo che la versione cartacea attraversi un momento di crisi da cui tirarsi fuori grazie all’aiuto dell’iPad. Per i quotidiani diversificare, è un’impresa molto più ardua (le notizie importanti di una giornata sono limitate) ed è su questo punto che esprimevo dei dubbi. L’unica possibilità per gli editori è creare un prodotto che i consumatori stimino meritevole di un pagamento ma è lo stesso problema che si trovavano ad affrontare sei mesi fa, non so quanto l’ipad abbia effettivamente cambiato la situazione. A meno che la strategia non diventi contenuti gratuiti di serie b sui siti tradizionali per incentivare l’acquisto delle applicazioni.
Mah, mi sembra un approccio eccessivamente critico nei confronti delle app italiane. Avendole provate, ti posso assicurare che mi danno proprio quello che mi aspettavo, ovvero il giornale cartaceo in una forma facilmente consultabile e navigabile. Personalmente non voglio altro. E’ come sul kindle: io voglio i libri, in una forma adattata per il dispositivo, ma sempre il libro. Non è che perchè sono sull’ipad voglio necessariamente fronzoli a tutti i costi e effetti speciali, altrimenti ritorniamo alla navigazione modello “cd-rom” anni 90 come è stato classificata l’app di Wired (vision che concordo pienamente).
Insomma, occorre capire cosa vuole l’utente e, soprattutto, cosa vuole la testata. Personalmente le testate che menzioni hanno un’usabilità ottimale sul dispositivo, finalmente non ho carta in mezzo ai piedi. Così come con il kindle (che io uso sul BlackBerry, ma vale su qualunque piattaforma).
Per concludere, non voglio un lettore RSS con effetti speciali e camuffato da applicazione, ma un modo efficace per leggere il giornale che altrimenti dovrei comprare di carta. Detto questo, quelle app rispondono ESATTAMENTE a q
sorru, ho premuto l’invio per sbaglio 🙂
Dicevo, rispondono esattamente a quel bisogno.
Ciao
Luca
ok, oggi sono dislessico con la tastiera… quel “sorru” lo dimostra 🙂
ciao
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L’articolo de 2 giugno su http://www.nature.it/scienze/?p=379 è la copia identica di quello del 1° giugno su http://blog.panorama.it/hitechescienza/2010/06/01/giornali-italiani-su-ipad-per-chi-sono/
Ho avuto modo di testare l’uso di corriere e repubblica proprio in un momento in cui non potevo acquistare la versione cartacea (io sono abbonato, quindi sono abituato a leggerlo tutte le mattine).
Devo ammettere che avere l’impaginazione del giornale, così come lo troverei in edicola, ha il suo perché, per tutto il resto invece l’utilizzo è veramente antipatico!
Sì s infatti Andrea, non tutto il male vien per nuocere. Anche se al confronto con le altre non sembra un’applicazione molto avanzata e temo il futuro sia di App che integrano flussi e non impaginazioni/pdf…
Il mond è bello perché è vario Luca 🙂 Io ad esempio non so che farmene del giornale del giorno prima su iPad. Se voglio le notizie a questo punto accedo direttamente a corriere.it (se non Ansa), se invece voglio editoriali li vorrei più fruibili/navigabili/cercabili di così e senza tutto quello che non mi interessa, con la possibilità di personalizzare i contenuti (insomma… il minimo per iPad).
LOL
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