Istria: una terra oltre i confini.

[Disclaimer: ho passato un week-end ospite dell’Ufficio della Promozione Turistica dell’Istria, che mi ha spesato viaggio, alloggio, autista e due cene. Non ho avuto compensi economici o di altra natura e non ho altri rapporti commerciali o professionali con l’ufficio turistico dell’Istria né i termini dell’accordo prevedevano che io mi impegnassi a dire o non dire alcuna cosa in particolare, solo che avrei pubblicato la mia esperienza secondo il mio parere, cosa che mi appresto a fare in questo post con molto piacere, essendo l’Istria un regione molto bella e ricca di cose interessanti da vedere, scoprire, degustare.]
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La veduta dalla Loggia di Montona (Motovun) sulla valle del fiume Mirna (Quieto).

Passata Trieste verso Capodistria si supera già il primo confine immaginario, quello tra Italia e Slovenia, memoria di molti decenni di guerra fredda e di un “blocco sovietico” scioltosi come neve al sole dopo il 1992. Gabbiotti fantasma della dogana ci guardano transitare. Poco oltre pompe di benzina, casinò e tabaccai per transfrontalieri durano poco, poi arriva il confine, quello vero: Slovenia-Croazia. Finisce Schengen, ci chiedono i documenti con rigore, in questi giorni, poi, le frontiere Croate sono al centro dell’attenzione per il transito, in direzione opposta da Sud, di migliaia di profughi siriani. Siamo davvero agli estremi opposti, mi viene da pensare. Noi con l’autista a raccontare su Internet luoghi e sapori di questa terra, loro senza documenti, mezzi, soldi a cercare un destino migliore. Il primo sapore di questo viaggio è un po’ di amaro in bocca, ma poi penso che raccontare una terra che ha visto passare tutte le civiltà del Mediterraneo è comunque una cosa buona e ci può far “pensare meglio” anche alla nostra contemporaneità piena di violenza.

Pesce freschissimo, salse esotiche, sapore istriano moderno secondo lo chef Fabrizio Vesnaver. Sto cercando di portarlo lungo La Via del Sake 😉

Ci accoglie Dario, il nostro ospite, al tavolo con lo chef Fabrizio Vesnaver. L’accoglienza è diretta, schietta, amichevole. Fabrizio è stato recentemente nominato “Jeune Restaurateur d’Europe” per il suo ristorante “La Pergola” a Umago, ma ha ancora nello sguardo la voglia del bambino che sta scoprendo nuove cose. E sono cose nuove i sapori del suo crudo, delle sue salse e della sua zuppa gamberi e tartufo. Cose che vengono da vicino e da lontano, ma che di passaggio sul tavolo di Fabrizio hanno un’aria familiare. Non è una storia nuova. Mentre mangiamo, Dario, infatti, ci racconta quella della sua famiglia.

Dario, responsabile della promozione turistica della regione, il nostro gentile ospite.

“Mio nonno è nato con gli austriaci. Mio papá con gli italiani. Io non so bene dove col Trattato di Osimo. La mia prima figlia con la Yugoslavia. La seconda in Croazia. E senza aver mai cambiato casa: l’Istria è un modo di vivere”.

Abbiamo già imparato qualcosa: un accoglienza fatalistica, ma vera. Ma saranno molti i personaggi, gli ingredienti e i sapori che l’Istria ci riserverà nelle prossime 48 ore.

La casa/cantina della famiglia Ipsa, tra i migliori produttori di olio extra vergine di oliva della zona.

I primi ad attenderci sono la famiglia Ipsa, nel paese di Ipsi (che significa “la città degli Ipsa”). Klaudio 19 anni fa si è comperato una vecchia collina, che “dai tempi dei Romani non vedeva più gli olivi“, ha restaurato le terrazze e oggi il suo olio è tra i migliori del mediterraneo e pubblicato sulla prestigiosa FLOS OLEI. L’oliva tipica qui è la cultivar Leccino, monocultivar o in blend. La produzione è minima (5.000 litri) e fortemente artigianale, ma curata e di gran qualità.

Tramonto a Parenzo.

La sera ci attende la bellissima Parenzo (Porec in croato) con le sue memorie veneziane, tirando lo sguardo si vedono le luci dell’antica capitale della Serenissima. Il tramonto ha tutti i colori più belli dell’Adriatico e Porec ospita una delle chiese cristiane più belle e più antiche di questo angolo di mediterraneo, la Basilica Eufrasiana del 543 Non ho scordato un “1” è proprio il “543” VI secolo DC). Di fronte a Parenzo la bellissima isola Sveti Nikola, già lazzaretto per la quarantena in tempo di peste e antico faro (XV secolo) per sorvegliare i confini (ancora confini…) dei domini veneziani, oggi un resort di lusso collegato da un veloce traghetto di tre minuti.

Interno della Basilica Eufrasiana di Porec (Parenzo).

Se siete a Parenzo per cena fermatevi da Konoba Aba a provare il loro risotto scampi, gamberi e tartufo con una malvasia macerata in botte: la sintesi di questa terra.

All’alba facciamo visita ai pescatori e scopriamo vecchi porti romani luogo di battaglie con le altre repubbliche marinare, dove sotto il pelo dell’acqua si nascondono mosaici e anfore e sopra si trovano ingegnosi sistemi di rimessaggio. In mille anni la Croazia è scesa di 1/2 metri (altri confini dissolti) e ha portato sott’acqua i resti romani.

Un originale sistema di rimessaggio a Salvore.

Ma è ora di andare verso l’entroterra, alla scoperta delle delizia istriane. Abbiamo organizzato di arrivare il primo giorno del Festival del Tartufo d’Istria, così al mattino ci dirigiamo verso Livade e troviamo una piccola Alba, tutta in mano a un uomo solo: il signor Zigante, il gigante del Tartufo d’Istria.

Il signor Zigante, il gigante del tartufo d’Istria.

Zigante è stato bravo, presumo, a valorizzare il suo stabilimento di trasformazione che produce paste, sale e prodotti aromatizzati, diventando di conseguenza il “broker” dei tartufi locali per gli 800 cacciatori registrati e, i maligni vociferano, per molti albesi o italiani che vogliono dare un “rinforzino” alle loro scorte con prodotti “oltreconfine”.

A caccia di tartufi a Livade, Croazia.

Zigante qui è il padrone, la fiera non si chiama Fiera del Tartufo, ma “Zigante Truffle Days”. Se ci fosse un’antitrust del Tartufo, qui troverebbe lavoro, nel frattempo lo spirito imprenditoriale del signor Zigante sta rendendo la zona famosa nel mondo e si vedono arrivare i primi viaggiatori gourmet.

Deliziose tagliatelle coi primi tartufi bianchi dell’anno, a Livide, in Croazia.

Insomma appassionati di tartufi: qui trovate i primi bianchi della stagione a prezzi un po’ migliori rispetto ad Alba e potete “allungare la stagione”. Ma in Istria non c’è solo cibo, seppur ottimo e ricco di varietà. Ci sono molti angoli di storia da scoprire, sulle tracce della Repubblica di Venezia o dell’Impero Romano.

Partiamo da Montona, un borgo medievale che ricorda i nostri paesini toscani o del Montefeltro e che per i veneziani fu molto importante. Dalle foreste qui attorno, infatti, venivano spediti all’Arsenale della Repubblica Serenissima, molti alberi, fatti navigare lungo il rettilineo fiume Mirna fino all’Adriatico e poi in traversata sino a Venezia. Probabilmente lo stesso fiume lungo il quale veniva portata la “Pietra D’Istria” con cui sono stati costruiti strade e palazzi a Venezia, incluso il Ponte dei Sospiri.

Montona. Città fortificata da cui Venezia prendeva il legno per il proprio arsenale.

Montona oggi è ben conservata, ospita avvenimenti culturali, ed è un posto romantico da cui iniziare la vostra esplorazione dell’Istria.

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La cittadella di Montona con Veli Joze, il grande Beppe, gigante della mitologia locale, che spostava le pietre per i Veneziani.

A Montona sono nati Josef Ressel, inventore dell’elica per navi, e Mario Andretti, pilota di F1: gente che va lontano.

Piazza Ressel a Montona.

Una locanda a Montona.

Una locanda a Montona.

Tra Montona e Grisignana è anche la zona del bue Boskarin, antica razza autoctona da lavoro, di cui recentemente si sono scoperte le pregiate carni: diventerà una nuova Fassona?

Il bue Boskarin, pregiata razza Istriana.

Per finire Grisignana, un altro meraviglioso borgo perfettamente conservato con una vista mozzafiato sulla vallata istriana che, a parte qualche negozietto di souvenir di troppo, conserva intatta la sua magica atmosfera. Qui l’Istria sfoggia vini fatti con eleganza (La malvasia o “malvazija” di Kozlovich è una gran bella bottiglia) e un prosciutto che può stare a tavola col San Daniele: sapido, aromatico, asciugato coi forti venti di Bora e ricco di profumi e gusto.

  

Oggi l’Istria è impegnata a farsi conoscere in Italia e in Europa per le sue molte attrattive. Sono felice di dare una mano, perché ritrovo luoghi delle mie origini venete e ho scoperto una concentrazione di prodotti e persone davvero unica. Sentirete molto parlare di questa regione, e meritatamente. La sua ospitalità genuina (forza e limite, ma ci stanno lavorando bene), la natura generosa, le tradizioni ancora vive e una grande accessibilità le tracciano un futuro radioso per il turismo e il commercio.

La porta di Grisignana: ottimo punto di partenza per l’Istria storica e gourmet.

E Grisgnana è il primo o l’ultimo luogo prima di tornare o lasciare un mondo più moderno e un po’ meno vero. Partite da qui per scoprire i sapori, l’ospitalità e le persone di una terra che ha avuto mille regni e governi, ma che è sempre stata più grande di ogni confine.

2 pensieri su “Istria: una terra oltre i confini.

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