Whatsapp, Line e WeChat: le “messenger app” che sfidano Facebook e Twitter.

UPDATE: pochi giorni dopo la pubblicazione di questo post facebook ha acquisito WhatsApp per 19 miliardi di dollari (LINK). 

 

WhatsApp, Line e WeChat mandano un messaggio agli altri Social Network: e se il futuro fossimo noi? Ci sono molti punti a favore dell’ipotesi che le “Messenger App” (così chiamate per la loro funzione primaria di messaggistica e chat, a cui se ne vanno sommando molte) possano prendere in un futuro abbastanza prossimo una posizione di predominio nel mercato dei Social Network. Vediamoli assieme.

1) Sono mobile based. Quindi sfruttano in modo naturale la migrazione di sempre più utenti internet dal PC ai dispositivi mobili e tendono a essere più usabili e apprezzate, nascendo per mobile e non dovendo quindi trovare in ogni loro funzione una declinazione adatta al mobile.

2) Rispettano lo spazio e il linguaggio dei teen ager, e non solo. È ormai significativa la “fuga da facebook” dei teen ager, che negli ultimi 3 anni, per la fascia 13/17 pare corrispondere a un -25% (!). Questa fuga è motivata non dalla ricerca di privacy per i propri dati, ma da due fattori principali: la presenza dei genitori che sorvegliano o imbarazzano i figli, il fatto che facebook non è (più) cool. E pare talmente grande, la fuga tra i teen ager da facebook, che un ricercatore britannico lo ha definito “dead and buried” (“morto e sepolto”), nel commentare il tasso di abbandono dei ragazzi che gli preferiscono Instagram o, appunto, le Messenger App dove ritrovano il loro network, non sono “presidiati” dai genitori e trovano una comunicazione più visiva e immediata, evidentemente più consona al loro stile.

3) Fanno già soldi, senza la pubblicità, grazie a un modello di business innovativo e unico: quello del commercio di Stickers, Games e di altri Digital Goods, senza costi di produzione e distribuzione e (r)innovabili in continuazione. Oppure riuscendo a farsi pagare, magari dopo il primo anno gratis, come WhatsApp, Se a questi ricavi, come vedremo tra breve, già sostanziosi e sostanziali, andiamo ad assommare la possibilità di avere ulteriori ricavi pubblicitari, grazie ai profili e ai messaggi promozionali venduti alle aziende, ecco che queste app possono rapidamente diventare delle nuove galline dalle uova d’oro.

4) Stanno introducendo un nuovo “linguaggio”, soprattutto tra i giovani, e questo le può far durare a lungo. Le varietà di emoticon e di sticker, infatti, costituiscono una forma di espressione che ha molti punti di interesse:

– facilità il superamento della timidezza nell’esprimere i sentimenti

– consente di esprimere stati d’animo quali la rabbia o il disappunto con minor impatto sociale

sono immediati, per dire cose comuni e standard (“Arrivo in 5 minuti”, “Come stai?”, “Ci vediamo!”) basta un solo tap sul monitor invece di digitare, sono l’extrema ratio del Text Slang.

superano le barriere linguistiche in un mondo sempre e più globalizzato

– consentono una facile identificazione con i propri paladini, che spesso sono personaggi immaginari nati nel mondo del web o dei cartoon (V. The Minions), aprendo anche le porte a un lucrativo business di licensing.

– sono creative e hanno strumenti molto avanzati di photo editing, che sono molto popolari e ne rinnovano l’utilizzo (Nel 2012 Line Camera è stata scaricata da 5 milioni di utenti in un solo mese) e forse possono dar vita all’atteso fenomeno del mobile blogging.

5) Hanno già una (seppur moderata) diffusione internazionale che è destinata ad aumentare se riusciranno a scalzare il concorrente più facile, cioè i sistemi di messaggistica dei telefoni

WhatsApp ha dichiarato, a dicembre 2013, 400 milioni di utenti attivi mensilmente, più di Twitter e circa la metà di facebook, contando però solo sul mobile.

Line conta su 340 milioni di utenti, di cui oltre 250 fuori dal paese di origine (Giappone). Significativo il numero di sticker scambiato quotidianamente: oltre 1 miliardo!

WeChat, che parte da un mercato interno gigantesco, quello cinese, ha più utenti attivi mensili di Twitter (272 milioni contro 241 milioni) e conta su almeno 300 milioni di utenti cinesi, un numero in vorticosa crescita sui mercati internazionali e una user base, in partnership con QQ dello stesso gruppo Tencent, di oltre 1 miliardo di persone nella sola Cina.

Nonostante alcuni limiti, in primis quello che non è detto che funzionino su tutte le fasce di popolazione o in tutti i paesi, le messenger app, e in particolare WeChat e Line sembrano davvero gli avversari più temibili all’orizzonte per facebook e twitter. Riusciranno a non essere un fenomeno solo asiatico, dove spesso hanno già posizioni di preminenza, e a far breccia in Europa e America? Vediamo un po’ la storia di queste due app e cerchiamo di capire a che punto sono.

WECHAT. La Cina alla conquista del mo… bile.

Forte di un mercato interno numerosissimo e molto propenso al mobile, di una sorta di “proibizionismo” Cinese verso l’innovazione Made in USA che ha eliminato sul nascere la concorrenza della Silicon Valley

WeChat ha già un passo da leader, anche se dovrà affermarsi sui mercati esteri dove le regole del gioco cambiano e non è detto che il modello “messenger app” funzioni, oltre ad avere concorrenza di vari tipi (quella di App simili, delle Telco, di altri social network che si riposizionano verso il mobile). Non sono ancora noti i risultati di una campagna da 200 milioni di dollari con testimonial il calciatore Messi.

Un altro aspetto interessante di WeChat è la sua polivalenza, l’App infatti non è solo una chat, ma svolge ormai le funzioni di: news aggregator, piattaforma di mobile blogging, storefront per varie tipologie di beni, compresa un’azienda che vende frutta, mobile wallet (e forse un domani bank?) e un business network, anche grazie al recente accordo con Linkedin.

LINE. Nasce in Giappone, dove nascono le tendenze del mobile. Ma sta già “emigrando”.

La sede di LINE, a Tokyo, dentro l’avveniristico building HIKARIE a Shibuya.

Line, per esempio, la Messenger App giapponese spin-off del motore di ricerca coreano Naver, ha quintuplicato il suo fatturato nel 2013 portandolo $338 milioni di dollari con $120 milioni nel solo Q4 e una crescita davvero esponenziale.

Da notare che il ricavo di LINE nell’ultimo “Quarter” 2013 pari a 120 milioni di dollari è la metà dei ricavi di Twitter nello stesso periodo che, però, è molto più grande, (contando 240 milioni di scrive users mensili e , contro i 340 milioni di registrati in totale di LINE, e quindi molti, molti meno “monthly attive users”) e ricava il 75% del proprio fatturato dalla pubblicità. I ricavi di Line, però non poggianosulla vendita dell’App (che sarebbe proibitiva come per gli altri Social Network) né sul classico modello di vendita pubblicitaria (almeno non per ora), ma su un terzo genere tipico di questi servizi: la vendita di sticker e di servizi aggiuntivi, quali giochi e applicazioni di entertainment.

Per LINE la vendita di sticker rappresenta un guadagno pari a circa $100 milioni l’anno e su queste cifre si vocifera di una quotazione in borsa per $8 miliardi nel 2014.

WhatsApp. Il leader in Europa e USA punta su messaggi e risparmio. E l’ecosistema?

WhatsAppnata da due ex Yahoo e il first mover sui mercati europei e americani, ha una posizione di dominio, per quel che riguarda le messenger App, sulla maggior parte dei mercati mondiali. Di sicuro su quelli del “western world”.

Oltre a ciò, grazie a una utilità percepita molto elevate, WhatsApp riesce a farsi pagare (€0.89/year) dai suoi utenti, seppur dopo un primo anno gratis. Il limite? WhatsApp ha solo 50 dipendenti e, quindi rischia di avere poca capacità di sviluppo e diversificazione, che potrebbero essere ulteriori fonti di reddito (Sticker, pagine aziendali…). Pare che l’unica exit sia un possibile acquisizione, di quella da parte di Google si parla da più di un anno, staremo a vedere. Facebook nel frattempo ha sviluppato una sua messenger app, che sta recuperando terreno. Come finirà?

Le opportunità per le aziende

Le Messenger App sono anche una fonte di innovazione interessante per le aziende e le loro attività di marketing digitale e sui Social Media in particolare. Mentre WhatsApp si dichiara addirittura contraria e ha in home page un proclama: “Why we don’t sell Ads (Perché non vendiamo pubblicità), promettendo ai propri utenti un mondo privo di pubblicità e convincendoli (kudos!) a pagare per un servizio di qualità, è diverso l’approccio di Line e WeChat (che la pubblicità se la fa oltre che a venderla).

Entrambi i player asiatici prevedono la possibilità per le aziende di avere dei profili ufficiali. Sino si contano molte celebrities e squadre sportive. Ma arriveranno anche i beni di consumo.  È chiaro che con una distribuzione a macchia di leopardo il primo parametro con cui le aziende valuteranno un investimento su LINE o WeChat sarà il numero di utenti nel paese di riferimento. Una volta deciso di sbarcare su una Messenger App, ecco che ci si troverà di fronte a scenari abbastanza nuovi, anche per chi è abituato ai Social Media.

La cartoonizzazione dei brand. Marche con un immaginario visivo forte e con la possibilità di creare personaggi e animazioni parleranno meglio “la lingua” di queste app. Le marche, infatti possono creare de set di sticker brandizzati e venderli o regalarli in cambio del fatto di essere seguite da chi li vuole scaricare.

Get private. Lo scambio di messaggi privati tra brand e utenti solitamente è delegato al caring e non allo storytelling. Ci si scambia messaggi in privato con un brand in casi di assistenza o richieste confidenziali. Qui sarà, invece, la norma. Lo storytelling dovrà diventare intimo, privato, 1-to-1.

I forum non muoiono mai.  Su WeChat ci sono interessanti progetti di costruzione di branded groups per le discussioni su prodotti e servizi.

Apptivation. Uno degli aspetti più interessanti è che queste app sono dei veri e propri ecosistemi che consentono di realizzare app al loro interno, di interagire con QR Code da scansioanre sui punti vendita o in occasione di eventi e quindi di diventare strumenti di acquisto e di esperienza per i consumatori. Specialmente in occasione di eventi o come second screen.

Caring & CRM go mobile. Il rapporto diretto e vicinissimo con i consumatori rende la presenza dei brand in queste app ideale per servizi di caring, di virtual assistant e di customer relationship. La sfida sarà tenere il passo con le aspettative dei consumatori mobile, sempre connessi e abituati alla immediacy di risposta dell’App stessa.

Insomma la prossima battaglia si combatterà non solo sul vostro telefonino, ma dentro i messaggi e a colpi di pupazzetti animati!

2014-01-23 09.40.26

Se usate LINE mi trovate scansionando con l’App questo codice a barre.

Marco_Line_QR

———————————-

Download

Scarica e installa LINE (iPhone, Android, Windows Phone)

Scarica e installa WeChat (iPhoneAndroidWindows Phone)

Scarica e installa WhatsApp (iPhoneAndroidWindows Phone)

16 pensieri su “Whatsapp, Line e WeChat: le “messenger app” che sfidano Facebook e Twitter.

  1. Pingback: Siti Internet Aziendali » Perche’ Facebook compra Whatsapp

  2. Pingback: La nuova integrazione parte dal digital. Vale 18 milioni di euro e soprattutto non parla solo di comunicazione, ma di business. Con la fusione tra Dnsee e Hagakure nasce il primo big polo italiano. Probabilmente il la al disegno di nuove mappe di comparto

  3. Pingback: La nuova integrazione parte dal digital. Vale 18 milioni di euro e soprattutto non parla solo di comunicazione, ma di business. Con la fusione tra Dnsee e Hagakure nasce il primo big polo italiano. Probabilmente il la al disegno di nuove mappe di comparto

  4. Pingback: QuickType™ o “Slow Writing”? Quando scrivere è scegliere. | Marco Massarotto

  5. Pingback: Whatsapp, Line e WeChat: le "messenger app...

  6. Pingback: Le radici culturali di Snapchat e le prospettive per i brand. | Marco Massarotto

  7. Pingback: My Digital World | ElvaYeeVun

  8. Pingback: Perché Facebook compra Whatsapp | Punto Informatico

Lascia un commento