[…] non si manda tutta questa roba senza autorizzazione (email con cinque allegati). Ogni giorno ricevo – come tutti i miei colleghi, immagino – molti di questi comunicati-stampa, con foto/allegati corposi, spediti da uffici stampa sconosciuti a infinite mailing-list. Internet NON serve a questo, e NON si usa così. […]
Il resto leggetevelo su Italians del Corriere.
Beppe Severgnini pubblica uno dei mille e passa comunicati stampa che riceve per posta elettronica. Chissà che adesso che uno dei giornalisti più popolari d’Italia lo ha detto, non si cominci a ragionare su come le notizie devono essere veicolate su Internet.
Un discorso simile lo ha affrontato Marcello Foa nel suo intervento di sabato al wordcamp, non sarebbe male lo riprendesse anche nel suo blog.
Mi permetto di aggiungere: non è solo un problema di etiquette, ma anche di efficacia. Sul come farlo ne riparliamo in un prossimo post…
Siamo a un punto di non ritorno. L’intera dinamica del (non)rapporto giornalista-pr sta collassando e va ripensato.
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Posso essere d’accordo con Severgnini, ma agenzie fatte da poche persone non hanno molte speranze di far arrivare i comunicati a destinazione se non attraverso Internet. Certo, per i giornalisti è una scocciatura ricevere valanghe di comunicati spesso poco o per niente interessanti, ma, dopotutto, basta usare i filtri oppure cliccare su “X – elimina”. Credo che, dopotutto, sia molto meno stressante che scrivere centinaia di comunicati, seguire il ciclo di correzione e poi spedirli con scarse speranze di vederseli pubblicati. Dopotutto, Internet non è fatta di divieti, ma di libertà : chi non vuole ricevere comunicati, può sempre scrivere alle “agenzie sconosciute” e chiedere di essere escluso dalle mailing list. Nessuna agenzia con un po’ di sale in zucca, penso, continuerebbe a tenere Severgnini in lista dopo una sua mail di cancellazione…