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Leggo ora questo post di Seth Godin. Mi è piaciuta molto la frase:
What will change the game is actually changing the game. Changing the experience of talking about you so fundamentally that people will choose to do it.
Per cambiare le regole, bisogna cambiare le regole… (potremmo riassumerla così).
Mi è piaciuta perché mi capita molto spesso ultimamente di incontrare persone che pensano che per attivare, stimolare, provocare le persone a parlare di un prodotto o di un brand basti dire: “parla di noi!” o basti mettere uno spot su YouTube. Ne scrive anche Gianluca, nel suo ottimo blog minimarketing (QUI), sul tema del vero/finto coinvolgimento delle persone.
Alla fine il concetto è molto semplice: la gente parla (e scrive, anche su Intenet) di quello che reputa interessante: se una marca non è interessante, probabilmente non ne parlerà nessuno. Quindi la sfida per un brand, oggi, è essere (o diventare) interessante.
* = immagine tratta da I Can Has Cheezeburger, uno dei blog più popolari al mondo
la sfida odierna per i marketer è proprio trovare cose interessanti in prodotti non interessanti. ma per trovarle bisogna dimenticare il prodotto e scendere in mezzo alle persone che lo usano, dovremo abituarci.
ciao – grazie per la citazione (io e godin, wow 😉
Hai ragione Marco. Probabilmente le aziende dovrebbero cominciare a cercare al proprio interno contenuti, storie, persone VERE e INTERESSANTI e comunicare quelle piuttosto che inventarsi storie…
punto centrato in pieno: per parlare di qualcosa, ci deve essere qualcosa di cui parlare. E questo lo deve dare l’azienda, mica la gente se lo inventa… 🙂
Marco,
hai assolutamente ragione.
Il problema non riguarda solamente il Marketing, ma, in generale, tutti i processi di un’Azienda. Non si può guardare a Internet (wiki, blog, siti, 2.0, ecc., ecc….) come uno dei tanti strumenti e mezzi per comunicare. Certo, bisogna farlo. Ma bisogna anche trovare i modi giusti per “utilizxzare” questi strumenti. Bisogna decidere cosa comunicare (come dici tu, trovare le caratteristiche interessanti di un prodotto ed evidenziarle). Ma anche comprendere che le caratteristiche intrinseche del Web devono portare all’uso di modalità diverse di comunicazione.
E invece vediamo migliaia di siti web statici, senza interattività . Praticamente, la trasposizione in digitale delle vecchie e mai tramontate affissioni pubblicitarie.
C’è tanto da lavorare sulla formazione. Chi ha comunicato per 20 anni nello stesso modo fa fatica a reinventarsi nuovi linguaggi.
Ciao, Fabio