Shanghai, la umida

Shanghai vive dentro una nuvola di vapore acqueo capace di contenere 17 milioni di anime (più, pare, altre 5 milioni di anime clandestine). L’aver consultato vari servizi meteo prima della partenza e l’aver confrontato il 54% di tasso di umidità di Milano ai primi di luglio con il 79% di Shanghai negli stessi giorni, non mi aveva trasferito il concetto con altrettanta oppressione polmonare di quando sono sceso dal volo Air China a Pudong (PVG). Shanghai è stata definita in vari modi: “Parigi dell’Est”, “New York dell’Ovest”, “Puttana d’oriente”. Quel che è certo è che è una città umida, florida, in calore quasi. Avida di gru e escavatori che creano 5 linee di metropolitana in due anni. Qualunque guida comperiate per Shanghai è superata: durante i tempi di stampa come minimo han tirato su una torre di 500 metri o fatto due nuove strade e aperto almeno una dozzina di ristoranti alla moda.

Come tutte le megalopoli asiatiche Shanghai giace senza forma su una superficie enorme, attraversata da qualunque mezzo di trasporto immaginabile e da autostrade sopraelevate talmente grandi che non c’è poi così tanto traffico. La popolazione cresce, credo, di oltre un milione di unità l’anno (è come se a Milano si aggiungesse una nuova Milano ogni 18 mesi…). Il risveglio del gigante è ormai palese, ma non è quello a lasciar sgomenti noi occidentali: a spaventarci è la nostra letargia, non il loro ritmo.

Le conversazioni tra occidentali a Shanghai, infatti, sono tutte in chiave nostalgica/invidiosa: “sono più grandi di noi, sono più moderni di noi, per fare queste cose da noi ci vorrebbero decenni”. Sentiamo di essere superati nella corsa verso il progresso, ma diciamocelo: non è la loro, seppur eccezionale, velocità l’anomalia che ci spaventa, è il nostro immobilismo. Ai Cinesi in questo momento piace sudare, non solo per il clima, ma anche per il lavoro. A noi piace stare al fresco riparo di foglie di fico.

Shanghai è interessante perché non è (ancora) compiuta. Berlino, per fare un esempio, ha ormai un suo profilo, una sua forma, una sua identità. Allora ne apprezzi il progresso tecnologico, le scelte stilistiche e fai dei confronti. Shanghai ha tuttora una gamma di differenze veramente ampia. Air China è una compagnia aerea di qualità inferiore a Alitalia in quasi tutto: dai posti a sedere (senza schermo, solo uno nella fila centrale con pessimi film cinesi, thanks Steve for the iPad) al servizio a bordo.

Per strada si vedono girare mezzi che sembrano usciti da un film di De Sica, ma sotto quella stessa strada girano 10 linee di metropolitana avveniristiche, con infografiche di altissimo livello, pareti di sicurezza in vetro, stazioni linde e avanzate nell’automazione. Insomma Shanghai è in via di compimento, si sta partorendo sotto i nostri occhi. Vediamo domattina come sarà cambiata…

12 pensieri su “Shanghai, la umida

  1. ilmondodigalatea

    Gran bel post, anche dal punto di vista letterario. Shangai nel frattempo sarà di certo già cambiata, ma tu l’hai descritta proprio bene. Grazie da parte di una pigra che non si muove mai e quindi adora sentirsi raccontare il mondo. 🙂

  2. Max Trisolino

    Programmo un viaggio nel prossimo anno. Grazie per aver fatto crescere l’impazienza 😉

  3. Max Farina

    Grande Marco!

    un post davver molto bello che descrive in toto le sensazioni provate a Shangai!
    a presto
    Massimo

  4. Mirko Bonadei

    Ciao Marco, bellissimo post.
    Mi piace moltissimo quando l’autore riesce a trasmettere così bene ciò che vede e sente in una nuova città.
    Ottimi anche i paragoni con il vecchio continente.

  5. arianna

    Mi fai venire una voglia di andare a vedere com’è…dev’essere stata una bella esperienza. Un mio caro amico che circa 6 anni fa si è trasferito lì per lavoro il primo mese era disperato e ci scriveva tutti i giorni, il secondo una volta alla settimana, dal terzo in poi faceva il coloniale…quando è stato il moemnto di tornare a casa per cambio sede, allora si che ha pianto..credo che sia uno di quei posti che ti entra dentro e mentre cambia lui cambia anche te!

  6. Marco Massarotto Autore articolo

    Arianna, Shanghai è quello che New York era negli anni ’80: la città che sta diventando il centro del mondo. Per la moda lo è già da un pezzo, le griffes hanno i budget più alti su Cina e Shanghai, che è spesso il loro mercato più importante e le sfilate a Shanghai saranno a breve le più importanti.

  7. Walter Fano

    ci spieghi anche cosa sta facendo l’omino con la fascia rossa sulla manica e la bandierina verde alzata? non mi dire che nella metropolitana più avveniristica del mondo c’è un “capotreno” che avvisa quando si può andare? 😉

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