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E se Internet fosse un frullatore?

E se Internet fosse un frullatore, invece che una fotocopiatrice, come dice Massimo Carraro, riprendendo un post di Kevin Kelly (fondatore di Wired)?

Forse la metafora è più adatta. I contenuti vengono rimasticati, rimescolati e rigurgitati, ogni volta un po’ diversi da prima, non fotocopiati. In queste piccole mutazioni sta la forza del network, dal mio punto di vista. Per esempio questo post non è la fotocopia del suo, ma un frullato del suo, di quello di Kelly e di altri pensieri…

Tag: Internet è un frullatore

Visitare New York (ma anche Minneapolis, Bilbao o Barcellona)

L’altro giorno mi sono reso conto che se cercate “Visitare New York” su Google, nella prima pagina dei risultati di ricerca c’è questo blog. Forse in virtù del fatto che sono stato spesso e a lungo a NY e che ho sempre postato molto.

[Per vedere tutti i miei post di viaggio clicca qui]

Poi stasera mi scrive Stefania segnalandomi e chiedendomi di votare i suoi racconti di viaggio (vi consiglio di leggerli, sono carini e utili). Internet pullula di esperienze di viaggio e sempre più le persone si affidano ai racconti altrui per scoprire posti nuovi, locali curiosi, evitare fregature. Se avete sempre sognato di scrivere una guida turistica, comninciate a postare…

[Leggi i racconti di Stefania su Minneapolis, Bilbao, Barcellona, New York]

La mia prima volta (su Internet) – [Mememodem]

E’ da un po’ che ci penso e che volevo proporre questo meme: raccontare la propria prima volta su Internet.

Penso ci siano un sacco di storie curiose e interesanti, comincio a raccontare la mia e provo a coinvolgere un po’ di amici. Se tutti inseriamo nel post la parolamememodem dovremmo riuscire a tener traccia di tutti i racconti su Google.

Era la primavera del 1993. Internet esisteva solo nelle università, e nemmeno in tutte. Era appena nato il primo browser, si chiamava Mosaic (l’antesignano di Netscape, prima di Firefox, Internet Explorer, Safari…).

La posta elettronica praticamente non esisteva ancora. Stava per nascere attesa come una bambina miracolosa, per scambiarsi messaggi si usava Pine. Una schermata nera divisa in due, sopra quello che scrivi tu, sotto quello che scrive l’altro. L’antesignano delle chat.

Alla mia università non ci volevano dare un account (era la prima volta che sentivamo quella parola). Così attraverso la raccomandazione di amici otteniamo il famigerato account dall’università di Cà Foscari a Venezia. Entriamo nella saletta dove quattro baracchine, che a definirli computer oggi farebbe ridere, ci aspettavano.

Ero con Nicola e Dario, apriamo Mosaic e navighiamo per qualche pagina testuale dicendoci tra di noi, tutti esaltati: questa pagina si trova in California, capisci?

Poi arriva il turno di caricare una foto. Tempo di attesa: 6/7 minuti per un jpg di dimensioni ridicole. Ma era un’attesa trepidante. Vedere un’immagine formarsi davanti ai tuoi occhi in quel modo nuovo, diverso e provenire da chissa dove e da chissà chi era come assistere a un rito iniziatico, a un’epoca che cambiava.

Come dei bambini davanti a un negozio di pasticcini, non ci bastava mai niente. Dovevamo provare l’embrione di questa cosa chiamata email, che si faceva fatica a capire cosa fosse e come diavolo funzionasse. Di solito veniva presentata dicendo: Ci si può scrivere una lettera che arriva SUBITO e da un posto qualsiasi a un altro. Una magìa.

Corro in una sede distaccata dell’università e comincio a scrivermi con Nicola attraverso Pine. All’inizio eravamo quasi dubbiosi che fosse veramente l’altro a rispondere, così ci diamo appuntamento in cima a un ponte ben preciso di Venezia dopo dieci minuti: quando ci siamo incontrati sul ponte ci siamo detti all’unisono: Ma allora eri proprio tu…

Lì ho capito Internet e non ho più smesso di amarla.

Vorrei sentire la prima volta di Fede, Gianluca, Luca, Emanuele, Max, Matte, Sabrina, Luca, Wolly… gli altri invitateli voi

Ricordatevi il Tag: mememodem

E poi potete trovare tutti i post su Google, qui.

Per i nostalgici un suono familiare: qui.

Il Wi-Fi di parco Sempione a Milano

UPDATE 3: Guglielmo interviene e il WiFi adesso funziona… (vedi commenti)

UPDATE 2: Wow, sono finito su PuntoInformatico (qui)

UPDATE: nei commenti la risposta dei gestori della rete e altre esperienze…

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Ieri sono stato a fare una simpatica gita di esplorazione urbana. Parco Sempione d’Inverno è bellissimo: quasi vuoto, finalmente si vedono sculture, palazzine e tutta la struttura del parco. Il motivo della gita però, era fare un WiFi PicNic. Cioè andare a testare la rete WiFi pubblica e gratuita di recente annunciata, assieme a me tre amici blogger ben più degni di me. Aprire una rete WiFi pubblica e gratuita è un segno di grande modernità e civiltà per un’amministrazione, e sono contento che finalmente Milano segua gli esempi di New York (qui), San Francisco (qui) e di tante altre città.

Armati dei nostri portatili, e curiosi di navigare seduti tra gli alberi, ci rechiamo al parco. L’esperienza è stata abbastanza deludente:

-l’iniziativa non è comunicata dentro il parco

-è necessario registrarsi ogni volta che si va, presentandosi alla Triennale o all’Acquario o al Bar Bianco con un documento per ottenere un codice di tre ore (cosa scomodissima, io vorrei passare, aprire il Mac, bermi un caffè leggendo la posta e andarmene…)

il nome scelto per la rete (che pare dovrebbe estendersi a tutta Milano) non è Wireless Sempione o WiFi Milano (come sarebbe ovvio), ma Guglielmo (?!?): sembra la rete di casa di qualcuno, cosa ne penseranno i turisti che sbarcano a Milano?

– Ma soprattutto nessuno di noi è stato in grado di connettersi!

Insomma, l’iniziativa è promettente, ma va migliorata. Se volete approfondire, vi lascio alla cronaca e alle scoperte di Elena (qui e qui), all’analisi tecnica di Matteo Flora – LK (qui) e alla pagella e alle foto di Wolly (qui)

Lista Lunga (Un’altra???)

Allora vediamo di chiarire (due giorni fa ho fatto un post – qui – con una lista di quindici venti persone che già avrà fatto pensare a qualcuno: di che cavolo parla questo?). Oggi una ancora più lunga. Qual’è il senso di tutti questi link? Mettere in contatto chi non lo fosse e offrire a qualcuno dei miei pochi lettori (alcuni dei quali davvero low tech) dei percorsi per scoprire nuovi angoli di rete…

Ieri sera, in occasione dell’incontro con Chris Anderson a Milano per giornalisti e blogger (tra i tanti post: qui) c’è stata la cosiddetta “Cena Lunga”. 50, ma poi eravamo credo più di 80 blogger da tutta Italia si sono trovati a cena. E’ stata l’occasione di rivedere con piacere volti noti, conoscere persone nuove e interessanti, scoprire qualcuno di figo, FINALMENTE incontrare qualcuno, purtroppo non riuscire a parlare con qualcuno con cui si sarebbe voluto.

rivedere con piacere volti noti

Rossella –  DElyMythZeno TomioloMaurizio Goetzpm10David OrbanLaLuiGiovanni “Gioxx” SoloneMinimarketingLafraAlessio JaconaFederica DardiVincenzo CaicoMarco PalazzoValerio FrancoBarcode

conoscere persone nuove e interessanti

Eugenio La MesaGiovyFrancesco FulloneAdriano GasparriMichela MarraAndrea BeggiGianluca Arnesano

purtroppo non riuscire a parlare con qualcuno con cui si sarebbe voluto

Luca MascaroMarco ZamperiniVittorio PasterisMs. Adventures in ItalySean CarlosRoberto DaddaAntonio Tombolini

FINALMENTE incontrare qualcuno

Giovanni Boccia Artieri

scoprire qualcuno di figo 🙂

Marina RemiFilippo Corti

Come al solito avrò dimenticato qualcuno, ma come al solito ci sono i commenti apposta…

Perché si chiama Bluetooth?

I nomi delle tecnologie hanno dietro, spesso, delle storie curiose. SPAM, per esempio, deriva da una marca di carne in scatola e da un famoso spezzone dei Monty Python (vedi qui). Bluetooth, invece, deriva da un nome di un re vichingo del decimo secolo che unificò Norvegia e Danimarca (paese d’invenzione della tecnologia Bluetooth). La tecnologia Bluetooth mette in comunicazione tra loro (e quindi unifica) vari dispositivi tecnologici, quali telefoni cellulari e computer, per esempio. Da qui l’omaggio al re Harald Bluetooth quando si è dovuto coniarne il nome.

Calzolaio…

Nelle ultime settimane ho dato vita al proverbio: “calzolaio, scarpe rotte” e ho scritto poco su questo blog. Ho lavorato molto, e ho partecipato a un sacco di incontri. E’ significativo che sia più facile seguirmi attraverso il blog della mia società (qui) che attraverso il mio. In compenso però ho incontrato, conosciuto e rivisto un sacco di persone. Girate per i loro blog (ammazza ma oggi hanno tutti un blog… 😉 ) e troverete qua e là racconti, foto, tracce e pezzetti delle mie ultime settimane. Per i menzionati, infine, un modo di scoprire nuovi blog/amici.

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Aperitivo sul viral marketing

Mizioblog AKA Maurizio Ratti AKA Enfants Terribles AKA Ebola Industries

Mr White AKA Valerio Franco AKA Enfants Terribles AKA Ebola Industries

MiniMarketing AKA Gianluca Diegoli

Elisondo AKA Fede AKA Le Gatte di Via Plinio AKA HAGAKURE

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Cene Da Wolly o a casa mia, ormai ribattezzata Hotel Pandemia o Unimagazine Village a seconda del pensionante

Pandemia AKA Luca Conti

Unimagazine AKA Roberto Chibbaro

DelyMith AKA Elena Franco

Gioxx AKA Giovanni Solone

PinkEmmy AKA non so se si sa già…

Marilù AKA Maria Lucia Strafella

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Allo IAB Forum

Markettara AKA ho promesso di non dirlo…

LaLui AKA Luigina Foggetti

Deeario AKA Tony Siino AKA Blogitalia 1

Kokopelli AKA Vincenzo Caico AKA Blogitalia 2

BlogMeter AKA Sacha Monotti

NinjaMarketing AKA Mirko Pallera e Alex Giordano

FundRaisingNow AKA Paolo Ferrara

Mauro Lupi

MyMinutes AKA Daniele Alberti

MOD AKA Francesco Roccaforte

BarCode AKA Carlo Andrea Pattaccini

Blogosfere AKA Caterina Di Iorgi e Marco Montemagno

Yogasutra AKA Gianni Lombardi

Big Chief Design AKA Daniela Berto

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E come non finire con:

Il personaggio Misterioso AKA Michele Clementelli

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Se ho scordato qualcuno aggiungetelo nei commenti…