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I consigli di Sequoia Capital sulla crisi finanziaria

Sequoia Capital è stata il Venture Capitalist di talmente tante società nel mondo della tecnologia che oggi rappresentano almeno il 10% del NASDAQ. Recentemente ha condiviso questa presentazione sugli scenari futuri fatta per le aziende del proprio portfolio.

[via TechCrunch]

Per un uso inteligente dell’email

L’email è uno strumento semplice, ma non per questo banale. Può essere usato in modo molto sofisticato sia per la comunicazione interna sia per il marketing. Due libri di sicuro interesse sono:

Email Marketing di Roberto Ghislandi: una guida approfondita e completa sulle tecniche di email marketing.

Posta Tosta di Gianni Lombardi, una guida intelligente e utilissima per un uso più efficace delle email di ogni giorno, anche quelle di lavoro.

Altri suggerimenti? Link? Libri?

…e se lo dice Kotler.

Arriva un po’ ultimo, il Grande Vecchio, come si è autodefinito, ma almeno si spera farà presa su scettici, spaventati e incerti. Tra le citazioni (VIA B&Blogs) dell’incontro a Milano di ieri:

Le aziende devono “aprirsi ai consumatori e stabilire una relazione”

Basta con le 4 P, ora siamo al CCDVTP (Create, Communicate, Deliver, Value,Target, Profit

Le aziende devono “create an experience (a good one)”

Ha menzionato il “word of mouth”, il “buzzing” e pure il mitico “Facebook”

Cose che forse sentiamodire da un paio di anni, ma certo un endorsement del genere ha comunque il suo valore.

Per chi non lo sapesse Philip Kotler è considerato il massimo esperto mondiale di Marketing ed è autore di un altrettanto famoso manuale su cui si sono formate generazioni di marketing operatives: qui su Wikipedia.

Quando il web serve da ispirazione…

Tutto è nato, qualche anno fa, coi pubblicitari che hanno iniziato a usare flickr invece di Grazia Neri per i layout. Internet è talmente ricca di creatività, di spunti, idee ispirazioni che non si contano più, ormai, le tendenze e le creatività nate dal basso, sul web e diventate poi mainstream o produzioni in grande stile. Due casi.

Serpica Naro (anagramma di San Precario), lavori all’uncinetto impregnati di cultura guerrila e web, punti fatti di pixel per dare una nuova inattesa vita a quello che sembrava vecchissimo: il ricamo. (Grazie LivePaola per la segnalazione)

Questo bellissimo spot di Schweppes, nato sull’onda di un filone estremamente popolare su YouTube: l’ultra slow motion, basta guardare i video (e le visite) al profilo su YouTube della casa di produzione UltraSlo.

Insomma, riprendendo ancora una volta MiniMarketing, forse val la pena davvero di girare col budget in tasca. E forse val la pena di girare per Internet, alla ricerca di vita, creatività, comunità rilevanti per il proprio brand.

Insomma il tempo rischia di valere più del denaro (Internet PR, pag 35).

Altri spunti qui

Un giorno di “ordinaria” popolarità

Nelle settimane scorse è esplosa la polemica sulla pubblicazione sul sito dell’agenzia delle entrate delle dichiarazioni dei redditi degli italiani nel 2005. Internet si infiamma, il primo blogger che segnala la notizia passa nel giro di 24 ore da 100 a 60.000 visitatori (leggete qui, sì da cento a sessantamila in un giorno). A ruota arriva la stampa, la tv, la radio. La conversazione passa dall’online ai mainstream media ai bar.

Oltre a essere spesso il propulsore di questi vorticosi passaparola, Internet ne consente anche la misurazione. In questo grafico vediamo l’impennata di conversazioni sul ministro Visco in occorrenza del giorno in cui è uscita la notizia. Monitorare non solo i picchi, ma gli andamenti e le reazioni delle persone a un avvenimento, a un lancio di un prodotto, a una campagna di comunicazione penso sia un’opportunità straordinaria e a portata di mano di qualunque azienda.

Grazie a BlogMeter

A volte la si fa un po’ semplice…

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Leggo ora questo post di Seth Godin. Mi è piaciuta molto la frase:

What will change the game is actually changing the game. Changing the experience of talking about you so fundamentally that people will choose to do it.

Per cambiare le regole, bisogna cambiare le regole… (potremmo riassumerla così).

Mi è piaciuta perché mi capita molto spesso ultimamente di incontrare persone che pensano che per attivare, stimolare, provocare le persone a parlare di un prodotto o di un brand basti dire: “parla di noi!” o basti mettere uno spot su YouTube. Ne scrive anche Gianluca, nel suo ottimo blog minimarketing (QUI), sul tema del vero/finto coinvolgimento delle persone.

Alla fine il concetto è molto semplice: la gente parla (e scrive, anche su Intenet) di quello che reputa interessante: se una marca non è interessante, probabilmente non ne parlerà nessuno. Quindi la sfida per un brand, oggi, è essere (o diventare) interessante.

* = immagine tratta da I Can Has Cheezeburger, uno dei blog più popolari al mondo